VENEZIA - Nel 2013 lo slogan era: cemento zero, modello svizzero. A distanza di quasi quattro anni, complice anche una crisi economica che ha fortemente penalizzato il settore...
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«Anche nel programma di Zaia non si è mai parlato di consumo zero del territorio, quello è un obiettivo della Comunità europea da realizzarsi entro il 2050. L’obiettivo è lo sviluppo edilizio a saldo zero», ha detto Calzavara. E l’assessore Cristiano Corazzari: «Questa sarà una legge rivoluzionaria. Fondamentale sarà la riqualificazione dei centri urbani». «Non è vero che il Veneto si ferma - ha aggiunto Calzavara - è che si costruirà in maniera diversa. Sarà soprattutto una sfida culturale: oggi se hai un pezzo di terra pensi di avere un biglietto della lotteria in tasca immaginando il cambio di destinazione d’uso; domani si darà invece priorità al recupero dell’esistente». E cambierà impostazione anche per i Comuni che usano la pianificazione urbanistica come «finanza locale creativa».
Cosa cambia una volta approvata la legge? Dipende. Per l’agricoltura, ad esempio, non cambia niente. Il Piano casa resta. I Piani urbanistici già approvati non vengono toccati. Ma ci sarà una fase transitoria, dal momento che, una volta approvata la legge dal consiglio regionale, toccherà alla giunta stabilire, sulla base dei dati forniti dai Comuni, la percentuale di suolo da consumare nei successivi 5 anni in ciascuna località. Dunque, nei sei mesi di attesa dei limiti che dovranno essere fissati dalla giunta, si potrà costruire fino al tetto del 30% delle previsioni urbanistiche. Se la giunta tarderà a fissare i limiti, al 30% si aggiungerà un 20% di edificazione prevista dai piani comunali. Dopo ci sarà lo stop con i nuovi limiti.
Le opposizioni - Pd, M5s, tosiani - hanno votato contro. «È una “legge fuffa”, annacquata con troppe deroghe ed esenzioni. Una vera presa in giro che Zaia userà come spot ma che lascia tutto inalterato», ha detto Andrea Zanoni del Pd. Per il tosiano Andrea Bassi, che pure ha votato contro, la legge è invece troppo restrittiva: «Voglio vedere cosa succederà nei Comuni che si sono fatti anticipare la perequazione da chi intende costruire e che adesso si vedranno bloccati i piani: restituiranno i soldi?». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino