MONTEBELLUNA - Lo sport si sa, può salvare la vita, ed è questo il caso di Carlo de Noni, 62 anni, e Claudio Bortolamiol, 56, due nuotatori master della squadra...
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MONTEBELLUNA - Lo sport si sa, può salvare la vita, ed è questo il caso di Carlo de Noni, 62 anni, e Claudio Bortolamiol, 56, due nuotatori master della squadra Montenuoto di Montebelluna e Valdobbiadene. Grazie a una visita medico sportiva sono riusciti ad essere operati in tempo, prima che un infarto potesse essergli fatale. Due storie che hanno di fatto salvato anche una terza persona, la sorella di Carlo.
CASO FORTUITO
De Noni pratica sport da moltissimi anni, in particolare il nuoto e la canoa, nei quali ha raggiunto livelli molto alti. Ogni anno agli atleti è richiesta la visita medica per poter gareggiare e praticare sport ad alta intensità. «Nel 2020, un po’ per pigrizia e un po’ con la scusa del lockdown, non avevo ancora prenotato la visita, il cui richiamo era scaduto a marzo – afferma Carlo de Noni– poi, mi ero reso conto che le restrizioni iniziavano ad essere meno rigide e che era stata confermata una bella gara nel mare di Trieste. Prima, però, dovevo effettuare la visita medico sportiva con la prova sotto sforzo per ottenere il certificato medico e l’idoneità. L’ho fatta il 21 ottobre e il giorno prima ero andato a nuotare». Ciò che accadde dopo, a lui come al suo compagno di avventura Claudio Bortolamiol, è qualcosa di strano e forse inspiegabile, ma che per fortuna ha un lieto fine. «Durante la prova sotto sforzo il medico mi fermò e mi disse che c’era qualcosa di strano, che dovevo fare degli accertamenti. Non mi disse niente di più –continua de Noni–. Io, per fortuna, sono andato subito a fare la coronarografia. L’esito è stato immediatamente chiaro: una arteria coronaria era chiusa all’80% e dovevo operarmi. Ringrazio il primario della cardiologia di Treviso, Carlo Cernetti, che oltre ad essere bravissimo e professionale, mi ha fatto capire la mia situazione: ero seduto su una botte di dinamite con la miccia accesa». Ovviamente per Carlo de Noni l’agonismo e le competizioni non avranno un seguito e sottolinea l’importanza, in questi casi, dell’ereditarietà. Subito dopo, infatti, anche la sorella, che dopo l’accaduto si era recata a fare dei controlli, è stata velocemente operata, visto che è stata riscontrata anche a lei l’ostruzione della coronaria. Un colpo di fortuna anche per la sorella che, non essendo sportiva, non avrebbe fatto controlli specifici e non si sarebbe accorta di nulla, vista l’assenza di sintomi.
LA PAURA
Per Claudio Bortolamiol, anche lui nuotatore, è successo tutto nel 2014 e in modo ancora più brusco. Visita medica, controlli, coronarografia. In questo caso l’urgenza fu maggiore perché erano due le coronarie ostruite quasi completamente. «I medici mi dissero che era questione di due o tre giorni e non mi sarei più svegliato –spiega–, sono stato operato urgentemente a Verona, con un intervento a cuore aperto di due bypass coronarici. Ho una cicatrice di 22 centimetri, lo sterno era rotto e non ho parlato per un mese e mezzo, visto che con l’intubazione si era bloccata una corda vocale. Poi tutto si è risolto e sono tornato a cantare, la mia passione». Anche per Bortolamiol non ci sarà più la possibilità di praticare il nuoto come una volta, sebbene l’attività fisica leggera sia caldamente consigliata.
L’APPELLO
De Noni e Bortolamiol sono stati salvati anche grazie al nuoto, che li obbligava a fare annualmente la visita medica, ma per i non sportivi sottolineano la necessità di fare esami e controlli periodicamente: «Ci sono delle polemiche attorno a queste visite mediche, poiché purtroppo esistono delle patologie e dei problemi che non riescono a individuare.
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Il Gazzettino