TREVISO - Anche a Treviso i tempi sono maturi per la prima trascrizione di un matrimonio gay celebrato all'estero. Dopo poco meno di due mesi di riflessione, il sindaco...
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Loro però, assistiti dall'avvocato Alessandra Del Giudice, hanno deciso di depositare la richiesta di essere iscritti come "coppia" nel registro dello Stato Civile. E per un caso del destino, pochi giorno dopo la loro domanda, il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha diramato alla Prefetture di non accettare simili trascrizioni. E così Joe e Franco, conosciutissimi in città, sono diventati un caso alla pari di tante altre coppie nella loro stessa situazione.
Nelle scorse settimane hanno anche spiegato cosa li ha spinti a richiedere un riconoscimento formale: «Per noi è stato un passo necessario per motivi molto concreti. Viviamo assieme da ventuno anni, abbiamo comprato una casa e messo in piedi un'attività commerciale. È giusto che anche a noi, e tante altre coppie come noi, vengano riconosciuti i diritti di ogni coppia sposata. Dobbiamo pensare al futuro: all'eredità, alla possibilità di assisterci in caso di ricovero in ospedale, alla sicurezza di poter lasciare delle garanzie al compagno se uno dei due se ne dovesse andare. Sono aspetti seri, che vanno riconosciuti».
E adesso il momento sembra arrivato. Manildo non si è ancora sbilanciato ufficialmente, ma ha esaminato tutta la giurisprudenza del caso senza trovare un solo motivo valido per negare la trascrizione. L'intenzione è quindi quella di dare il via libera allo Stato Civile. Prima però di mettere tutto nero su bianco vuole fare un passaggio politico con la sua maggioranza. È necessario infatti sedare qualche malumore della componente cattolica, nulla però di insormontabile: la strada è ormai tracciata. La mossa seguente toccherà poi alla Prefettura che, come già accaduto in altre parti d'Italia, con ogni probabilità si opporrà alla trascrizione.
«Formalmente non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale - spiega l'avvocato Del Giudice - ma so che il sindaco vuole arrivare a un provvedimento corretto da tutti i punti di vista. Poi, in base a quanto farà, decideremo come muoverci».
Sia il legale che i suo assistiti sono consapevoli che, in ogni caso, dovranno affrontare una disputa giudiziaria: «Se il sindaco deciderà per la trascrizione la mossa successiva spetterà a chi di dovere (la Prefettura ndr) - continua il legale - e noi ci muoveremo di conseguenza andando fino in fondo. Se invece la nostra domanda verrà rigettata dal sindaco, cosa che non mi auguro ma per scaramanzia è meglio prevedere, faremo opposizione davanti al Tar». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino