Nordest, terra di rocciatori: l'epopea di 4 grandi scalatori, sacrifici e fatiche per sfidare la montagna

Maurizio "Manolo" Zanolla
Quattro figure di scalatori: Giusto Gervasutti, Reinhold Messner, Riccardo Cassin e Maurizio Manolo Zanolla sono tra i protagonisti della storia dell'arrampicata nel...

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Quattro figure di scalatori: Giusto Gervasutti, Reinhold Messner, Riccardo Cassin e Maurizio Manolo Zanolla sono tra i protagonisti della storia dell'arrampicata nel libro di Claudio Gregori che racconta uomini e conquiste di cime e montagne nell'arco alpino e nel mondo. L'affascinante sfida dell'uomo contro ogni difficoltà e ogni temperatura

Un poker di grandi alpinisti figli del Nordest: sono i protagonisti della Storia dell'alpinismo, le grandi sfide fra l'uomo e la montagna opera dello scrittore e storico trentino Claudio Gregori che ripercorre tutte le tappe ovvero gli eventi cardine dalla scalata del Monte Bianco (datata 1786), a quella del Cervino (1865), fino al K2 del Duca degli Abruzzi e di Desio, le Dolomiti e via via per arrivare al free climbing e all'arrampicata sportiva di oggi.


I MITI

Nel libro - edito da Diarkos, 800 pagine, 23 euro) ci sono ovviamente tutti i grandi nomi che hanno marchiato con le loro prodezze un'epoca: da Whymper a Preuss, da Bonatti a Paccard, Piaz, Dülfer, Mallorg, Buhl, Vinatzer, Castiglioni fino ai moderni Alexander Huber e Adam Ondra. Ma ci sono anche (e soprattutto) le imprese di 4 miti del Nordest: due ancora viventi (Reinhold Messner e Maurizio Zanolla Manolo), altri due storici scalatori friulani, peraltro amici ed entrambi uomini di pianura, come Giusto Gervasutti e Riccardo Cassin. Nel libro si parla delle loro prodezze, ma anche delle storie umane.
Singolari proprio le storie di Gervasutti, nato nell'aprile del 1909 nella Bassa Friulana (a Cervignano) e del vicino e coetaneo Cassin (di Savorgnano di San Vito al Tagliamento). Il primo - soprannominato il Fortissimo - è stato l'ultimo romantico della montagna: non lo muove infatti nè il guadagno nè la gloria, «lui scala per passione - ricorda Gregori - ed è considerato l'alpinista che ha unito le due scuole ovvero l'occidentale e l'orientale».


IL FORTISSIMO

Già a 16 anni, dopo i monti della Carnia, affronta l'Antelao e le Tre Cime. La prima nuova via la apre scalando la Nord del monte Siera (2443 metri) sopra Sappada, uno Spiz di 700 metri di terzo grado. A 20 anni fa il militare come artigliere in Piemonte ed entra nel Cai di Torino di cui diventa presto il leader e, appunto, il Fortissimo. Nel 1934 affronta le Ande poi in settembre rientra in Italia e doma il Gran Sasso con l'amico Aldo Bonacossa aggiungendo così anche gli Appennini al suo palmarès. Epiche le sue scalate in Francia con 2 costole fratturate, ma sono davvero innumerevoli le sue imprese fino alla Muraglia cinese scalata nell'agosto del 1942. Nel 46 a soli 37 anni ha l'incidente fatale precipitando per 300 metri sul Blanc du Tacul davanti al compagno di cordata Giuseppe Gagliardone (che morirà in un analogo incidente solo un anno dopo).


L'ALPINISTA-PARTIGIANO

Più longevo (e fortunato) il coetaneo Cassin - l'alpinista-partigiano e anche lui classe 1909 - che inizia a scalare seriamente a vent'anni dopo essersi trasferito a Lecco dall'amico Bepi Minett e nel 1932 affronta le Dolomiti e il gruppo di Brenta. La via più famosa che apre è allo sperone di Walker con difficoltà di quarto e quinto grado e il diedro Allain di VI+, la via delle vie. Fra le sue passioni c'è anche la boxe: la impara, si allena e gareggia per 3 anni. Disputa 50 incontri prima da peso leggero e poi da welter, ne vince 33. Sempre tirato con i soldi deve guadagnarsi da vivere facendo il fabbro: i primi scarponi li acquista per 75 lire nel 1928 non ancora ventenne.
Morirà a Pian dei Resinelli (Lecco), il 6 agosto 2009, otto mesi dopo aver compiuto cent'anni.


IL FUORICLASSE

Reinhold Messner nasce a Bressanone il 17 settembre 1944, secondo di 9 figli, la sorella Waltraud e 7 fratelli: Helmut, Gunther, Erich, Siegfrid, Hubert, Hansjotrg e Werner, ultimo nato nel 1957. Il papà Josef è un allevatore, ma anche il maestro del paesino e 3 dei suoi figli sono nella sua pluriclasse. I Messner vivono in Val di Funes, ma d'estate si trasferiscono in malga ai duemila metri di Gschmagenhart. Già a 5 anni Reinhold col papà scala il Sass Rigais, 3025 metri. Poi è tutta una escalation di successi e record. Frequenta le scuole medie a Merano e l'istituto per geometri a Bolzano: i genitori vogliono che tutti i figli studino e li mettono in collegio. Il maestro di roccia di Reinhold è il tirolese Sepp Mayerl.
Le prime vie che apre sono Torre di Campil, Odla, Torre di Funes e Grande Fermeda. Poi si dedica alle Dolomiti: Sciliar, Croda del Becco, Tre Cime, Civetta, Torri del Sella, Marmolada, catinaccio, Vajolet e Mugoni. Già a 22 anni è uno scalatore completo. Nel febbraio 1967 - 55 anni fa - scala l'Agner che ripete in agosto aprendo la via dei Sudtirolesi a Nord-est. Tre anni dopo ecco il Nanga Parbat, il suo primo ottomimila, due anni dopo il Manaslu e poi un'altra dozzina di mitiche vette fino al Lhotse conquistato il 16 ottobre 1986 con Hans Kammerlander per il versante sud. E così diviene il primo uomo ad aver conquistato tutti i 14 ottomila della Terra. Praticamente un mito.


IL MAGO

Nato a Feltre il 16 febbraio 1958 si chiama in verità Maurizio Zanolla, ma per tutti è Manolo o anche il Mago, pioniere dell'arrampicata libera e fra i volti più conosciuti della disciplina: è stato il primo italiano a salire una via d'arrampicata di difficoltà 8b con l'Ultimo Movimento in Totoga (Pale di San Martino) nel 1986 e ha praticato l'arrampicata in solitaria free fino all'ottava con Masala Dosa sulla falesia di San Silvestro nel 1992. Nel 2008, a 50 anni, a Saint-Loup sale Bimbaluna, la via di 9a+ di François Nicole. E l'anno dopo, 51enne, tocca l'XI grado sulla Falesia del Baule liberando Eternit, la via impossibile.


IL VOLUME

I monti sono degli dei e gli uomini, come formiche, li scalano. Le grandi sfide tra l'uomo e la montagna è il sottotitolo del libro di Gregori, storico inviato della Gazzetta dello sport. Nel suo libro ci sono anche le donne rocciatrici a brillare in questo orizzonte tradizionalmente maschile, tutti protagonisti sospinti da una forza misteriosa e irresistibile, che hanno creato l'alpinismo. L'opera è un trattato storico: l'autore parte infatti dall'anno 218 a.C. ovvero dalla traversata di Annibale che valicò le Alpi con 37 elefanti al seguito (tutti sopravvissuti) e arriva fino ai giorni nostri proprio con il racconto delle imprese di una donna scalatrice, la mitica Lynn Hill.


 

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Il Gazzettino