NOALE Dalla Battaglia del Parauro alla vittoria contro il Covid-19: due grandi sfide, a distanza di 75 anni, da cui Bruno Muffato, 92enne di Noale, è uscito indenne e...
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L’11 ottobre 1944, nelle campagne fra Noale, Santa Maria di Sala e Massanzago, in località Parauro-Zeminiana, nella odierna Briana, Muffato si trovò suo malgrado al centro di uno dei più celebri e cruenti fatti della lotta di Liberazione in Veneto, quando un manipolo di partigiani delle compagnie Sparviero e Padova, guidati da Eugenio Bruno Ballan, fu intercettato da 250 uomini, tra tedeschi e soldati delle Brigate nere, con uno scontro feroce che provocò perdite da entrambe le parti. Di più però ne fece tra le fila della Guardia Nazionale Repubblicana e per questo la reazione fascista e nazista non tardò ad arrivare, con rastrellamenti e l’arresto di diversi renitenti alla leva che abitavano in zona, inviati come prigionieri in Germania.
TEATRO DI BATTAGLIA
All’epoca Muffato aveva solo 17 anni e si trovò proprio in quel teatro di battaglia. Sfuggì alle sventagliate di mitra nascondendosi dentro un fosso, protetto dalla riva erbosa, ma fu scoperto: a salvargli la vita fu un vicino di casa, che implorò i fascisti di lasciarlo andare, in quanto era solo un ragazzino. Muffato fu così risparmiato. Fino all’anno scorso, il 25 aprile è stato per lui anche un modo per ricordare quei tragici fatti.
Oggi, tre quarti di secolo dopo, Bruno ha vinto la seconda grande sfida per la sopravvivenza, sconfiggendo il coronavirus a 92 anni suonati. Risultato positivo al Covid-19 un mese fa, è stato da poco dichiarato fuori pericolo e risulta completamente guarito. «A fine marzo - spiega la figlia Orianna - ha accusato febbre alta e tosse: dopo alcuni giorni il medico curante ci ha fatto chiamare il 118, mio papà è stato prelevato a casa dall’ambulanza e accompagnato in ospedale a Mirano: qui lo hanno trovato tutto sommato bene, al punto da decidere poi di dimetterlo, non prima però di avergli effettuato il tampone». L’esito del test è arrivato quando Bruno era di nuovo a casa: positivo con obbligo di quarantena, per lui e i suoi più stretti famigliari. Ad accudirlo è rimasta la badante, che dallo scorso febbraio, dopo la scomparsa della moglie, si occupa premurosamente di lui e ha accettato di rimanere in isolamento. Incredibilmente, un mese dopo, due nuovi tamponi hanno restituito a Bruno la vita.
«A lui - confida Orianna - abbiamo parlato del virus che l’aveva colpito solo una volta guarito: temevamo che si spaventasse con tutto quello che sente ogni giorno in televisione e legge sui giornali. Ha creduto di avere una forte bronchite, ma non se l’è presa. Anzi alla fine ha detto: “Beh, in piazza mi chiamano la roccia, forse è proprio vero”».
SEGNALE DI SPERANZA
Un segnale di speranza straordinario, annunciato proprio nell’anniversario della Liberazione d’Italia, per volere degli stessi famigliari (tutti risultati negativi ai test) e della sindaca Patrizia Andreotti, che ha consegnato a Muffato una pergamena a nome della città, proprio in occasione delle celebrazioni del 25 aprile. «Bruno - ha dichiarato la sindaca - è veramente stato bravo. A 92 anni ha dovuto rimanere in isolamento con la sola assistenza della badante, senza vedere la famiglia che era ovviamente a sua volta in isolamento. Questo nostro cittadino ha veramente una tempra d’altri tempi e deve essere d’esempio e speranza per tutti i noalesi anziani».
Filippo De Gaspari
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Il Gazzettino