Sciate addio. «Per salvare il Nevegal serve l'azionariato popolare»

Sciate addio. «Per salvare il Nevegal serve l'azionariato popolare»
BELLUNO - La domanda che gira intorno al Nevegal è una sola: basterà? Il futuro è incerto, è vero. La richiesta dell'Alpe è semplice:...

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BELLUNO - La domanda che gira intorno al Nevegal è una sola: basterà? Il futuro è incerto, è vero. La richiesta dell'Alpe è semplice: 100mila euro come quota per l'innevamento artificiale, condicio sine qua non per poter aprire gli impianti. La cifra ancora non c'è, materialmente, ma sono arrivate rassicurazioni e promesse da parte dell'amministrazione comunale. E poi c'è la raccolta fondi avviata dalla Pro Loco Pieve Castionese che sta vivendo dell'entusiasmo e della generosità dei bellunesi. Sarà sufficiente? Una domanda che si è posto anche Celeste Balcon, ex consigliere comunale del Patto per Belluno e capofrazione del Castionese, profondo conoscitore della realtà del Nevegal. Per Balcon la  promessa di Palazzo Rosso e l'iniziativa della Pro Loco sono valide, ma non sufficienti. La soluzione è un'altra: il Comune dovrebbe entrare all'interno della società Alpe del Nevegal. «Ho fatto qualche riflessione circa l'acquisto di skipass da parte del Comune per un importo di 30mila euro e la sottoscrizione promossa dalla Pro Loco Pieve Castionese - premette Balcon -. Sono intenti ammirevoli per la salvaguardia della stagione del Colle, ma passata la stagione invernale, cosa succederà? L'anno prossimo si ripeterà la solita situazione? Ritengo sia opportuno e doveroso pensare a lungo termine». Lo sguardo lungo è condito anche da un'idea, che va ben oltre i 30mila euro di skipass che Palazzo Rosso intende comprare per motivi promozionali. «A chi andranno questi skipass? - si chiede Balcon -. Considerato che l'importo di 30mila euro equivale a circa un terzo del valore di aggiudicazione all'asta degli impianti (avvenuta nel settembre 2013, a vantaggio dell'Alpe, ndr), non sarebbe il caso che il Comune di Belluno con tale cifra entrasse in società? Si potrebbe valutare se questa potrebbe essere pensata come una fondazione o una cooperativa. In ogni caso, verrebbero meno i vincoli per elargire contributi e finanziamenti». 

QUOTE, NON OPERE DI BENE 

L'ex consigliere comunale guarda anche all'iniziativa della Pro loco. «Non sarebbe meglio pensare all'eventuale sottoscrizione di quote azionarie, per ipotesi di 1.000 euro l'una, aperta ai cittadini bellunesi  ma non solo, ai possessori di case e a tutti coloro che amano e hanno a cuore il Nevegal? - sostiene Balcon -. In tal senso immagino che il soggetto costituito potrà avere un capitale societario tale da procedere anche in futuro e far sì che abbia la capacità di camminare con le proprie gambe e autofinanziarsi con i profitti dell'attività. Ovviamente, il Comune dovrà essere presente nell'eventuale cda; i soci sottoscrittori che utilizzeranno gli impianti non potranno andare a sciare gratuitamente (come invece avveniva con la vecchia Sis, la società impianti defunta all'inizio degli anni Novanta, ndr), ma potrebbero usufruire di una riduzione del 10-15% sugli abbonamenti e sugli skipass».
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Il Gazzettino