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VENEZIA - Utilizzare fonti rinnovabili per alimentare il Mose, se n'è parlato ieri, nella seduta mensile del Comitato tecnico amministrativo del Provveditorato alle Opere pubbliche del Triveneto. Ed è stato espresso parere favorevole alla proposta del Commissario Straordinario Elisabetta Spitz di implementare un sistema di captazione e accumulo di energia solare per alimentare gli impianti del sistema di difesa dalle acque alte. Un modo per rendere l'opera più sostenibile dal punto di vista ambientale.
Il progetto dovrà essere messo a punto, con uno studio di fattibilità, e potrebbe essere pronto in un anno. Del resto non è una novità, la ricerca di fonti alternative per alimentare il Mose, soprattutto in questo momento in cui l'approvvigionamento è diventato estremamente più costoso: difficile fare un calcolo della bolletta dell'energia elettrica fagocitata annualmente dalla grande opera, ma nel 2018 si ipotizzava un'oscillazione tra i sei e gli otto milioni l'anno, con le vecchie tariffe, basate sul fatto che ad ogni sollevamento della barriera si spendevano circa 150200 mila euro per insufflare aria compressa nelle paratoie (nei quali erano compresi però anche il costo del personale impiegato).
A SAN SERVOLO
E mentre si studia la fattibilità di un'integrazione all'alimentazione del Mose, il consiglio comunale ieri ha approvato all'unanimità la realizzazione di pavimentazioni e pensiline ombreggianti con copertura fotovoltaica a San Servolo. Il progetto un impianto fotovoltaico per la produzione di energia, costituito da 9 generatori fotovoltaici posti a terra sopra le pavimentazioni, sulla copertura di un manufatto esistente (tettoia-barbecue) e sopra 6 tettoie di nuova realizzazione, per complessivi quasi 600 metri quadrati. I lavori saranno totalmente a cura e spese della società San Servolo Servizi Metropolitani di Venezia, società in house della Città Metropolitana di Venezia che è proprietaria dell'isola.
Il Gazzettino