TREVISO - Se Renzo Dekleva passerà in carcere il prossimo ventennio della sua vita, lo si deve soprattutto a Stefano Vanin, 44enne entomologo trevigiano, oggi docente di...
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Ospite ieri ai salotti botanici di Barbazza per parlare di piante e scena del crimine, Vanin spiega come, grazie all'entomologia, ha fornito la prova determinante per incriminare Dekleva: la presenza della mosca calliforide. «Mi hanno chiamato la sera stessa del ritrovamento» conferma.
Perché si sono rivolti a lei? «Perchè i resti erano in un tale stato di decomposizione che l'unico modo per capire qualcosa era risalire agli insetti presenti sul corpo».
Cosa ha rivelato l'autopsia? «Sul cadavere ho individuato delle mosche calliforidi, specie tipica della stagione calda. Erano già state trovate in altri casi in Veneto, e si trattava di omicidi avvenuti durante l'estate. Gli insetti confermavano il frame. E la decomposizione era avvenuta lì: il cadavere era stato spostato fresco nel bosco e lì si era decomposto, a contatto con le specie del luogo»...
Il Gazzettino