Morto in roulotte: altri 3mila euro per aiutare i cani

Morto in roulotte: altri 3mila euro per aiutare i cani
BELLUNO - Ci sono ancora due cani del signor Bigi e di cui prendersi cura, all'Apaca di Belluno. Per loro ieri in sede di giunta il Comune di Belluno ha stanziato 3 mila euro,...

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BELLUNO - Ci sono ancora due cani del signor Bigi e di cui prendersi cura, all'Apaca di Belluno. Per loro ieri in sede di giunta il Comune di Belluno ha stanziato 3 mila euro, serviranno per sostenere le spese mediche, per il vitto e per il percorso rieducativo a cui gli animali sono stati sottoposti da quando il loro proprietario è stato trovato morto nella roulotte che condivideva con i suoi animali a Levego nel 2018. Da quel momento i 12 compagni di vita di Giancarlo Bigi, dopo svariati giorni di tentativi per prenderli, sono stati portati all'Apaca che se ne è presa cura trovando per quasi tutti una famiglia adottiva. «Di quel gruppo ne sono rimasti due spiega la vice sindaco e assessore al bilancio, Lucia Olivotto -, per loro abbiamo ipotizzato una spesa di 3 mila euro per quest'anno ma potrebbe essere, alla fine, che il costo risulti inferiore a questa ipotesi perché hanno già sostenuto un lungo percorso rieducativo. Speriamo si riesca a trovare una famiglia anche per questi due».


LA VICENDA

La storia di Bigi, nel 2018, aveva sollevato molta curiosità e stupore. L'uomo, settantenne, era stato trovato morto a dicembre in una delle roulotte che aveva allestito a precaria abitazioni vicino al Piave in zona Levego. La salma era stata trovata diversi giorni dopo l'effettiva morte, sul corpo erano ben visibili i segni di animali selvatici che ne avevano fatto scempio e insieme all'uomo c'erano anche quattro dei sedici cani che vivevano con lui, morti probabilmente di stenti in mancanza di cibo e acqua. Bigi versava in una situazione di indigenza, la pensione minima non gli permetteva di pagare le spese di cibo e legna per riscaldarsi nonostante le sue poche pretese e nonostante l'abitazione improvvisata non comportasse costi, per questo era seguito dalla Caritas. E' stato proprio il centro di aiuto a dare l'allarme alle forze dell'ordine, perché l'uomo da diversi giorni non si faceva sentire.

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Il Gazzettino