Morto a 21 anni di leucemia. Riese Pio X piange Francesco Azzalini, motociclista e chitarrista

Morto a 21 anni di leucemia. Riese piange Francesco Azzalini
RIESE PIO X (TREVISO) - Amava lo sport, il motociclismo, la musica, il cinema. Insomma, amava la vita Francesco Azzalini, morto a 21 anni di leucemia. Il giovane di...

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RIESE PIO X (TREVISO) - Amava lo sport, il motociclismo, la musica, il cinema. Insomma, amava la vita Francesco Azzalini, morto a 21 anni di leucemia. Il giovane di Vallà di Riese era stato colpito dalla malattia due anni fa. Aveva lottato come un leone e aveva affrontato con coraggio le terapie e le ricadute. La famiglia, gli amici, e i compagni di scuola hanno sperato fino all’ultimo. Invece, Francesco si è spento giovedì mattina. E la notizia ha sconvolto un’intera comunità. Distrutti dal dolore mamma Elena, papà Marco e il fratello Nicola, i compagni della 5B dell’artistico Rosselli che aveva frequentato con successo e i tanti amici. Il funerale sarà celebrato martedì alle 15,30 nella chiesa parrocchiale di Vallà; la recita del rosario e una veglia sono previste per domani, alle 20. 

Chi era Francesco Azzalini, morto a 21 anni di leucemia

Francesco era patito di motociclismo, sport che aveva praticato fin da giovanissimo. Aveva gareggiato e vinto in diverse gare di minimoto già a 12 anni rivelando una non comune stoffa per l’agonismo. Aveva degli idoli che voleva emulare del calibro di Valentino Rossi, Marco Simoncelli e Andrea Dovizioso. Gli amici ricordano con tanta malinconia mista a tenerezza, quel suo post lasciato in Facebook quando i ladri qualche anno fa gli avevano rubato la moto in garage autografata dal campione Dovizioso. «I ladri mi hanno rubato la mia bellissima minimoto. So che le possibilità di rivederla sono pochissime ma forse condividendo questa notizia su Fb qualche informazione salta fuori. Era davvero innamorato di quella moto» dicono alcuni compagni di classe. Giovane estroverso, appassionato non solo del suono dei motori ma anche di musica rock, suonava la chitarra in una band. Aveva frequentato il Rosselli e l’ultimo anno, quello della maturità, è stato particolarmente duro perché la malattia era progredita. Ma lui, sorretto dalla famiglia e dai compagni, era riuscito a diplomarsi. Poi, la passione per l’arte e la grafica lo aveva portato ad iscriversi ad un master in grafica e voleva realizzare qualcosa di suo nel mondo dei videogames. Ma il male si è ripresentato e lo ha vinto.

Il ricordo


Gli amici e i compagni di scuola dicono: «Era coraggioso, aveva affrontato la malattia con la voglia di sconfiggerla. Aveva troppe cose da fare, troppi posti da scoprire, a cominciare dai giri in moto per l’Italia che voleva fare. Era un amico eccezionale, pieno di vita e con la testa piena di progetti, di cose da fare e realizzare. Non possiamo credere che non sarà più con noi» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino