Morto nella cava Le Bandie a Spresiano. Il titolare Mosole sconvolto dalla tragedia: «Era come un figlio, alla sua bimba non mancherà niente»

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SPRESIANO (TREVISO) - «Mi hanno detto che mancava una persona. Abbiamo subito pensato che potesse essere finita in acqua. Invece poi ci siamo girati e abbiamo visto la testa e parte del corpo che usciva da sotto la ghiaia. È una tragedia enorme. Sono devastato dentro come mai prima d'ora. Per me era come un figlio. Adesso staremo vicino alla sua compagna e alla loro figlia, che ha quasi cinque anni, per fare in modo che non le manchi nulla». Remo Mosole, patron dell'omonimo gruppo, nel tardo pomeriggio di ieri era passato a salutare gli operai al lavoro nella cava Le Bandie prima della fine del turno. Erano le 17. E qui gli hanno detto che non trovavano più Andrei Perepujnii. Originario della Moldavia, Andrei lavorava in cava da quasi un anno. Aveva iniziato lo scorso febbraio. Anche la sua compagna lavora alle Bandie: era impegnata come cameriera nell'hotel Thai Si. «Entrambi bravissimi ragazzi ricorda Mosole non abitavano troppo lontani. E spesso venivano a lavorare in bicicletta».

Andrei morto travolto da un cumolo di ghiaia

Nelle ultime settimane, complice il periodo di Natale, avevano passato una ventina di giorni in Moldavia. Poi erano tornati al lavoro. Andrei, riferisce il patron del gruppo, era impegnato con altre cinque persone nella zona del nastro trasportatore. «Doveva controllarlo, senza intervenire in modo diretto e avvertire se qualcosa non andava - rivela Mosole - non sappiamo come sia potuto accadere qualcosa di simile. Siamo in un'area piana, non ci capacitiamo di come una persona possa essere finita sotto la ghiaia. Siamo qui dal 1975. E non avremmo mai potuto immaginare una tragedia del genere». «La sensazione è che Andrei possa essere salito sulla ghiaia per andare a controllare aggiunge e per qualche motivo, forse è scivolato o non so in che altro modo, è stato travolto dal materiale».

Il lutto

Remo Mosole fatica a trovare le parole davanti a un incidente del genere. «Voglio bene a tutti i miei dipendenti. Solitamente passo a salutarli e, con l'occasione, faccio anche le prediche affinché seguano tutte le misure di sicurezza possibili. Ripeto sempre di agganciarsi alle corde se si va a due metri di altezza e così via - sottolinea - ho fatto il giro anche ieri, con lo stesso spirito di sempre. Anche se alla sera ero impegnato. E quando sono arrivato lì mi è stato detto che mancava una persona, che non si trovava. Poi l'abbiamo visto e abbiamo capito. Per me è stata una cosa impensabile». Il figlio del patron ieri ha parlato con la moglie di Andrei. Il destino ha voluto che poche ore prima anche lo stesso Mosole avesse scambiato alcune parole con lei: «Le avevo detto, scherzando, che era troppo bianca e che avrebbe dovuto prendere un po' di sole». «Poco dopo è successo l'impensabile - dice Remo - a volte si pensa che alcune cose non siano possibili. Si pensa di essere indenni. Per me si tratta di una vera e propria tragedia». La notizia della morte del giovane ha colpito l'intera comunità di Villorba. A partire dal sindaco Francesco Soligo. «Una triste notizia spiega saranno gli ispettori a chiarire cause e responsabilità. Rimane però la tragedia: un altro lutto nel mondo del lavoro». «Non ci si può arrendere di fronte a questi fatti conclude il primo cittadino bisogna invece perseverare con la cultura della sicurezza, sia al lavoro sia sulle strade. Da parte nostra, esprimiamo il cordoglio e la vicinanza alla famiglia del lavoratore».



 

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Il Gazzettino