​La tragedia del principe Rossi: trovato senza vita nel suo appartamento

La tragedia del principe Rossi: trovato senza vita nel suo appartamento
TREVISO - Anche Il principe se ne è andato, in assoluto silenzio, trovato esanime nella sua abitazione a Santa Bona. Claudio Rossi, 69 anni, era un personaggio estroverso...

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TREVISO - Anche Il principe se ne è andato, in assoluto silenzio, trovato esanime nella sua abitazione a Santa Bona. Claudio Rossi, 69 anni, era un personaggio estroverso della città, pittore per diletto, frequentava il centro storico, le osterie, dalla Pescheria a piazza dei Signori, via Barberia, piazzetta dei Lombardi come sabato quando si era seduto all'esterno del Tocai. Poi non si è più visto ed è trapelata la notizia della sua morte avvenuta a quanto pare lunedì, scoperto da un addetto dei servizi sociali del comune di Treviso che si era recato al suo domicilio per portargli il pranzo. 


Nessuno reclama la salma, l'ex volto della piazza rischia di restare dimenticato in obitorio



CONOSCIUTO DA TUTTI
Non era difficile notarlo per il modo di vestire e per questo conosciuto come il principe più che Claudio Rossi. Giacche, come i pantaloni, rosse, verdi, gialle, bianche o jeans alla moda che tante persone gli regalavano, anche se non erano proprio la taglia perfetta, e sempre con la sigaretta accesa. Nei giorni scorsi, vista la stagione fredda, indossava una pelliccia, quella che aveva anche sabato e quando è stato trovato senza vita. Tanti trevigiani gli regalavano qualche pacchetto di sigarette, acquistavano qualche quadro, come a suo tempo aveva fatto più volte anche l'ex sindaco Gobbo passando davanti alle sue estemporanee esposizioni in Pescheria. 

GLI AIUTI

Percepiva la pensione ma le spese per le ombre e le sigaette erano tante: «Più volte gli ho regalato delle tele e colori per disegnare», ricorda l'antiquario Bepi Vanzella. Da studente ha frequentato il Riccati, poi le notizie su di lui non sono mai state tante. Per un certo periodo ha lavorato nel commercio di auto di grossa cilindrata con un gruppo che aveva affari in Libano. Partivano dal Veneto per lunghi viaggi d'affari e lui ha sempre raccontato di essersi aggregato come meccanico. Dopo aver abitato a Selvana si è trasferito in centro con la mamma: Da qualche anno invece risiedeva a Santa Bona. Viveva alla giornata, guadagnandosi qualche soldo vendendo i suoi quadro ma anche oggetto che recuperava dagli amici. Come quando ha avuto in regalo cappotto in cachemire: essendo pregiato pensò subito di venderlo. I soldi gli servivano per altre cose. Ma era un buono, non disturbava, chiedeva qualche aiuto, qualche ombra o sigaretta come ricordano con affatto Orlando all'Antico Pallone, Stefano del bar Ganassi a Selvana o Paolo bistecca della elettricità Brisolin. 
Mic.Mir. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino