Giacomo ucciso da un malore a 25 anni, giocava con la Serenissima. L'allenatore: «Era come un figlio»

Giacomo Gorenszach ucciso da un malore a 25 anni
SAN GIOVANNI AL NATISONE - Scioccati, attoniti, senza parole. Familiari e amici di Giacomo Gorenszach non si danno pace per l'improvvisa scomparsa del loro amato. Un malore...

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SAN GIOVANNI AL NATISONE - Scioccati, attoniti, senza parole. Familiari e amici di Giacomo Gorenszach non si danno pace per l'improvvisa scomparsa del loro amato. Un malore improvviso, contro il quale nulla hanno potuto l'immediata corsa in ospedale e i disperati tentativi di soccorso, gli ha stroncato la vita, a soli 25 anni. Gogo, come tutti lo chiamavano, si è spento nella giornata di giovedì 2 giugno, Festa della Repubblica. La notizia ha iniziato a circolare ieri mattina tra gli amici, generando uno sconforto collettivo indicibile tra la sua comunità d'origine, San Pietro al Natisone, Pradamano, il paese in cui giocava a calcio e San Giovanni al Natisone, località nella quale si era stabilito da qualche tempo, assieme alla fidanzata, nella frazione di Bolzano. Classe 1996, nato a Tolmezzo, con la famiglia era cresciuto nella frazione di Azzida a San Pietro, poi aveva frequentato l'Istituto tecnico economico dell'Isis Paolino d'Aquileia di Cividale del Friuli, diplomandosi nel 2015. Compagni di scuola e docenti sono rimasti distrutti quando hanno ricevuto la notizia. Dopo la maturità aveva trovato lavoro in una azienda nel settore tecnico e coltivava la passione per il calcio, suo grande amore sin da bambino.

IL RITRATTO


Cresciuto nel vivaio della Valnatisone, la squadra di San Pietro, giocava come centrocampista; poi il trasferimento alla Serenissima di Pradamano, con la quale ha militato nell'ultimo campionato di Seconda categoria, girone E. Il presidente della società sportiva, Giuseppe Piscitelli, trova a stento la forza di parlare: «Solo una settimana fa avevamo festeggiato tutti insieme la conclusione del campionato. Giacomo era un ragazzo eccezionale, per me era come un figlio, amava la vita, aveva tanti progetti, a cominciare da quello del matrimonio. Qui da noi, a Pradamano, era ormai di casa e tutti gli volevano bene e lo apprezzavano. Siamo distrutti». «Ci ha lasciato il nostro capitano. Il capitano della squadra... Un capitano proprio che la terra ti sia lieve Gogo», ha aggiunto in un post d'addio ieri Andrea Zorzini. «Gogo, continua a giocare nei campi del Paradiso. La Serenissima sarà sempre la tua prima tifosa», ha scritto la società sul suo profilo facebook listando a lutto lo stemma sociale. Giacomo era appassionato anche di montagna, si dedicava alle escursioni con la fidanzata Veronica e gli amici. «Un compagno di squadra vero, ma soprattutto un amico vero che non te le mandava a dire quando sbagliavi e non si risparmiava mai quando facevi qualcosa di buono o avevi bisogno di una mano o di un consiglio. Gogo non dimenticheremo mai i momenti passati insieme, ci lasci tantissimi bei ricordi», scrive Samuele.
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Il Gazzettino