CORTINA - A quasi un anno dalla riapertura del transito veicolare verso la frazione di Mortisa, con l'attraversamento del Rutorgo, il cantiere è ancora aperto, le opere...
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TRATTO TRAFFICATO«Ogni tanto c'è qualcuno di noi che si improvvisa stradino spiega un residente di Mortisa e si arma di carriola, badile e rastrello, porta un po' di ghiaia, per livellare le buche più fonde. Di qua passano molte auto, qualche camion, ogni giorno gli autobus del servizio pubblico locale, soprattutto con i bambini, in orario scolastico». Un altro cittadino interviene: «I giorni scorsi hanno fatto una stretta striscia di asfalto, leggera, provvisoria, su un lato della strada. Poi è venuta la neve e i mezzi con le pale l'hanno rimossa e fatta finire nella scarpata sottostante, verso il torrente. Così quel catrame finirà nel Boite: non mi pare un bel modo di lavorare».
L'ONDATA DI PIENAIl collegamento fra gli abitati di Crignes e Mortisa fu divelto la notte del 1 agosto 2018 dalla ondata di piena del torrente Rutorgo, che scende da Lacedel. Fu necessario aspettare quasi cinque mesi per veder ripristinare il passaggio; intanto si procedeva su una pista provvisoria nell'alveo del rio. Il transito sul nuovo manufatto fu aperto la vigilia di Natale dell'anno scorso. Prima fu posizionato un grosso tubo di lamiera ondulata d'acciaio zincato, lungo 25 metri, con una luce di 5.30 e un'altezza di 3.50; venne dimensionato volutamente così ampio per garantire la massima sicurezza possibile anche nelle condizioni di massima portata del torrente.
I LAVORI REALIZZATISopra quella condotta fu poi messa la ghiaia e si decise di attendere, per fare in modo che si compattasse. I lavori furono affidati all'impresa Ciotti Giovanni di Pieve di Cadore, che lavorò anche nella vicina frazione di Crignes, per rimediare i guasti causati dal maltempo. Il lavoro nel Rutorgo non fu particolarmente complesso e lungo: a richiedere più tempo furono le complesse procedure burocratiche preliminari, gli studi, progetti e autorizzazioni, che si sono protratti dall'estate sino all'autunno inoltrato; fu comunque rispettata la scadenza del Natale, indicata dagli amministratori pubblici.
Marco Dibona Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino