Vaia restituisce i resti di 8 giovani soldati della Grande Guerra

Vaia restituisce i resti di 8 giovani soldati della Grande Guerra
La tempesta Vaia ha restituito, dopo oltre 100 anni, i resti di 8 soldati della Grande Guerra morti sulle nostre montagne: quel che rimane dei giovani, tra il Grappa e il Col...

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La tempesta Vaia ha restituito, dopo oltre 100 anni, i resti di 8 soldati della Grande Guerra morti sulle nostre montagne: quel che rimane dei giovani, tra il Grappa e il Col di Lana, è stato ritrovato, per caso, in questi giorni. A Seren del Grappa, un recuperante feltrino professionista ha scoperto una fossa comune di 7 soldati presumibilmente austro-ungarici. Nell’altro caso, a Livinallongo del Col di Lana, un turista in escursione a “Bosch de Roe” si è imbattuto in un teschio umano e ha immediatamente chiamato i carabinieri.

 
I rilievi sono stati effettuati dai carabinieri forestali della stazione di Caprile. Sul Grappa hanno lavorato invece i militari della stazione forestale di Fonzaso, guidati dal comandante maresciallo Giammaria Stella, che ieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo. «In tutti e due i casi - spiegano dal comando provinciale dell’Arma - l’autorità giudiziaria ha concesso il nulla osta per la rimozione dei resti conservati presso la camera mortuaria dei rispettivi comuni». Successivamente ci saranno i dovuti accertamenti e alla fine si darà degna sepoltura ai soldati, che purtroppo difficilmente avranno un nome.
SUL GRAPPA
I resti umani scoperti a “Col del Cuc” dal recuperante feltrino Enrico Rech, appartengono sicuramente a militari austriaci deceduti nella prima guerra mondiale. Si tratta di 7 uomini, scoperti grazie al ferro che c’era sugli scarponi, unica parte della divisa che non è stata deteriorata dagli oltre 100 anni trascorsi. Il recuperante Rech, non nuovo a questo tipo di ritrovamenti (fu lui un paio di anni fa a scoprire il milite ignoto in località Col dell’Orso sempre a Seren), domenica, stava effettuando una ricognizione con il suo metal detector, quando è suonato. Ha immediatamente chiamato i carabinieri forestali, che sono intervenuti giovedì e ieri. Dal primo scavo, giovedì pomeriggio, sono emersi tibie, femori, falangi di piedi, di 7 persone: erano tutte sistemate in fila in quella che sembra una fossa comune. Non è stato possibile procedere oltre con gli scavi, che sono proseguiti ieri pomeriggio per il recupero totale dei resti. «Dai reperti ritrovati - spiega il comandante dei carabinieri forestali fonzasini, Giammaria Stella - divise e pezzi di scarpone, le parti in ferro, presumibilmente sono soldati austro-ungarici. La conferma anche dalle circostanze dei luoghi: Col del cuc è una zona dove erano posizionate le truppe austriache».
A LIVINALLONGO

Per coincidenza sempre giovedì pomeriggio un turista si è imbattuto in un teschio a “Bosch de roe”, nel comune di Livinallongo col di Lana. «In questo caso - spiegano dall’Arma - è stata trovata anche una piastrina di riconoscimento però illeggibile». «Stiamo verificando se è una piastrina italiana o austroungarica - spiega il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones -. È fuor di dubbio che sia un militare anche per il luogo dove è stato ritrovato: luogo dove vi erano delle trincee. Ma il militare è stato trovato proprio sulla prima linea, sul fronte e quindi potrebbe essere sia italiano che austro-ungarico. Dalle mostrine si riuscirà a stabilire». «Vaia - conclude Grones - ha scavato sui torrenti, pendii e canaloni. È stata determinante per portare in superficie un teschio, che sembra non essere mai stato allo scoperto. Ricordiamo che solo sul Col di Lana ci sono stati oltre 8mila morti, senza distinzione di grado e nazionalità e quindi è facilissimo trovare dei resti».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino