Studentessa perseguitata dalla prof di italiano: pedinamenti anche dopo aver cambiato scuola. Poi c'è quella frase inquietante

Studentessa perseguitata dalla prof di italiano: pedinamenti anche dopo aver cambiato scuola. Poi c'è quella frase inquietante
MOGLIANO (TREVISO) - «Anche io voglio morta una persona». È la risposta che un'insegnante di scuola media di 51 anni avrebbe dato a un alunno che...

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MOGLIANO (TREVISO) - «Anche io voglio morta una persona». È la risposta che un'insegnante di scuola media di 51 anni avrebbe dato a un alunno che raccontava in classe di voler uccidere un cane che abbaiava di notte disturbandolo. Quella persona, però, sarebbe stata una studentessa di seconda media che la professoressa avrebbe preso di mira, tanto da finire a processo con l'accusa di stalking. A raccontarlo, nell'udienza che si è svolta ieri in tribunale a Treviso, è stata la madre della ragazzina il cui inferno sarebbe iniziato nel corso del secondo anno delle medie che la giovane frequentava a Mogliano. Era vittima di atteggiamenti strani da parte della sua insegnante di lettere che spesso si sarebbe lasciata andare a battute ambigue e atteggiamenti denigratori, prendendola di mira con prese in giro e umiliazioni.

 

Prof accusata di stalking


Persino i voti alti che riceveva, perché a scuola è sempre andata bene, sarebbero stati un'occasione per rivolgere alla studentessa commenti inappropriati. Insomma, le ore di lezione di lettere si sarebbero tramutate in un vero tormento, rendendo sgradevoli le giornate trascorse a scuola tanto che la famiglia aveva deciso di farle cambiare istituto. Ma quella che sembrava essere la soluzione dei problemi diventa invece l'inizio dell'incubo. La ragazza infatti racconta di aver incontrato in alcune occasioni l'ex insegnante fuori dalla nuova scuola, episodi che poi si sono verificati anche negli anni successivi, quando la giovane aveva iniziato le superiori e la sua ex professoressa di lettere, improvvisamente, sarebbe ricomparsa tornando a seguirla, a fissarla ancora fuori dalla scuola o in giro per la città. Pedinandola, neppure con troppa discrezione, a piedi o in macchina.



Quello sguardo fisso

«Mia figlia - ha raccontato la madre - improvvisamente lamentava i classici malesseri delle ragazzine che non vogliono più andare a scuola: mal di pancia, mal di testa, una generale indisposizione. Quando rientrava a casa spesso piangeva, diceva che quella professoressa la fissava anche quando cercava di nascondersi in classe, magari dietro a un suo compagno. Ho visto anch'io che l'insegnante la guardava con insistenza, era una cosa che metteva mia figlia in forte disagio, oltre che condizionarne la vita in classe perché, quale sia il motivo non lo so, pare che la professoressa le abbia messo contro i compagni di scuola».


Pedinata in auto


A processo ha testimoniato anche una delle professoresse che la ragazza ha avuto una volta cambiato la scuola, che ha riferito di aver riscontrato un «evidente malessere della ragazza». Sul banco dei testi è poi salita anche una ragazza, compagna di classe della giovane, che ha testimoniato come negli anni successivi, e cioè quando la presunta vittima di stalking aveva iniziato la scuola superiore, ci fosse in parecchie occasioni la professoressa di italiano delle medie a pedinarla, a volte a bordo della sua macchina, e a fissarla mentre si trovava fuori dall'istituto scolastico, in alcune circostanze persino quando la incontrava in città. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino