Misurina, il centro per l'asma pediatrica chiude i battenti a Natale

L'Opera Diocesana San Bernardo degli Uberti: "Non diventerà un hotel"

Misurina, il centro per l'asma pediatrica chiude i battenti a Natale
AURONZO DI CADORE - Dall'alpinista e scrittore Mauro Corona, all'ex paziente e ora scalatrice Sara Lazzari, il tam-tam corre sui social: fallita l'attuazione di un...

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AURONZO DI CADORE - Dall'alpinista e scrittore Mauro Corona, all'ex paziente e ora scalatrice Sara Lazzari, il tam-tam corre sui social: fallita l'attuazione di un piano B, l'istituto Pio XII di Misurina cesserà definitivamente l'attività il 31 dicembre, dimettendo gli ultimi pazienti entro Natale. A confermarlo al Gazzettino è l'Opera Diocesana San Bernardo degli Uberti, che fa capo alla curia di Parma ed è la proprietaria del centro di cura dell'asma pediatrica, convenzionato con la Regione Veneto. «Non siamo noi a voler chiudere, sono i numeri che non ci consentono più di andare avanti», afferma il presidente Roberto Arduini, osservando i bilanci degli ultimi sei anni.


Fra il 2017 e il 2021 il rosso è passato da 415.420 a 511.895 euro, con una punta intermedia di 834.975. E nel 2022?
«Anche quest'anno la perdita è estremamente ingente, non inferiore alle annualità precedenti, anzi: rischiamo di registrare un disavanzo di 800.000 euro, se non 1 milione. Non avendo garanzie per un pareggio, siamo costretti a chiudere».

Che ne è stato delle ipotesi di salvataggio degli ultimi mesi?
«A tutt'oggi ci sono interlocuzioni, ma non hanno portato a un cambiamento della decisione, in quanto i risultati economici sono tali da non permettere la continuazione dell'attività. Ringrazio la Regione, che ci ha sempre sostenuti pagando le prestazioni erogate ai pazienti del Veneto, ma purtroppo non basta. Per questo lo stop è confermato formalmente al 31 dicembre, anche se concretamente scatterà con qualche giorno di anticipo per permettere la chiusura delle cartelle cliniche e lo svolgimento delle pulizie finali. Il personale? Abbiamo offerto ai dipendenti di lavorare nelle nostre 4 strutture per anziani non autosufficienti a Parma, in caso contrario saremo costretti a licenziarli».


I vostri numeri di delibere e dichiarazioni sono contraddittori. Lo stanziamento regionale di 1,2 milioni annui si basava su una stima semestrale nel 2019 di «1.400 pazienti»: com'è possibile che da gennaio ad agosto del 2022 l'istituto abbia avuto «un solo paziente»?
«Ma no, così il tema è banalizzato. Le prestazioni fornite dall'istituto Pio XII sono visite, diurnati e ricoveri. Le statistiche riflettono una grande stagionalità. Considerando solo le degenze degli asmatici, in agosto sono state contabilizzate 735 giornate, quindi in media 35 bambini. Invece a febbraio le giornate sono state 77, a settembre 69, a ottobre 59, dunque mediamente 2 bambini. Se tutti i mesi fossero come quelli estivi, non avremmo problemi. Ma purtroppo non sono tutti così».


Pesa il fatto che solo l'Emilia Romagna, oltre al Veneto, abbia disciplinato il percorso di cura a Misurina?
«Faccio una premessa: il Servizio sanitario nazionale è articolato su base regionale. Mentre in Veneto le procedure di accesso alla struttura sono semplificate, altrove sono molto più complicate. Non so se i pazienti siano indirizzati o no, se le Regioni si mettano di traverso o no, se i farmaci monoclonali degli altri ospedali abbiano il sopravvento o no: posso solo prendere atto del fatto che il numero di bambini che arriva da noi è insufficiente a garantire il pareggio di bilancio».


È vero che l'immobile potrebbe essere trasformato in un hotel di lusso?
«Lo smentisco categoricamente. La proprietà è della diocesi di Parma che, vista la sua mission, non ha nessuna intenzione al riguardo. Se ci saranno progetti di natura sociosanitaria tali da consentire un equilibrio economico, noi daremo la massima disponibilità ad attuarli. Ma al momento non ce ne sono».


Un duro colpo per i sostenitori del centro di Misurina.


«Posso comprendere la mobilitazione, ma non la polemica. Dato che faccio il commercialista, mi mobilito sui numeri. E i numeri sono presto fatti».
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Il Gazzettino