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MIRANO - A Mirano mortalità doppia rispetto alla media provinciale. Colpa del Covid, ma non solo. Di fronte a dati eloquenti, in attesa di approfondire lo studio con l'analisi dettagliata delle cause dei decessi, si possono fare per ora solo ipotesi: una vede una popolazione anziana fare della cittadina una delle più esposte alla pandemia. L'altra chiama in causa la conformazione stessa del Comune, ricco di attività e servizi e che dunque, rispetto ad altri centri più isolati, potrebbe favorire concentrazioni di persone e, di conseguenza, una maggiore circolazione del virus.
I DATI Solo ipotesi appunto, ma i dati sono chiari: nel 2020 la percentuale di decessi, messa a confronto con lo stesso periodo dei cinque anni precedenti, ha avuto un incremento del +24,1%, a fronte di una media nazionale di +9,5% e con valore doppio rispetto alla media della provincia (+11,9%) o della stessa Venezia (+11,2%). Eppure il Covid ha colpito tutti indistintamente. Nel solo mese di novembre, uno dei più bui della seconda ondata, a Mirano ci sono stati 43 decessi di residenti, con un incremento del +90,3%, quando in Veneto l'aumento c'è stato sì, ma minore, nell'ordine del +42,8% rispetto allo stesso mese nel quinquennio 2015-19.
LA SECONDA ONDATA Non confortano i dati generali: i dati Istat, aggiornati a novembre, certificano come dalla fine di febbraio i decessi per Covid-19 abbiano fatto incrementare la mortalità in Italia solo del 9,5%, con un picco tra febbraio e maggio del 13% (il 20% al Nord, il 6% al Centro e il 3% al Sud). Ad ottobre-novembre, con la ripresa della pandemia, i decessi sono aumentati vertiginosamente del 16% (19% al Nord), ma comunque non come i dati locali. «Purtroppo - commenta amara la sindaca Maria Rosa Pavanello - continuo a rilevare come in troppi a Mirano non abbiano compreso la gravità del contagio che, nella nostra città, stia provocando una mortalità di gran lunga superiore al resto della provincia e della regione. Mi auguro che ci sia una presa di coscienza collettiva, senza della quale noi amministratori, forze dell'ordine e volontari della protezione civile, potremmo fare molto poco».
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