SAN VITO - «Fucilata mortale nella legnaia», il titolo preso da un giornale venne inviato alla ex, corredato dalla promessa scritta di suo pugno «ecco cosa ti...
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«Stranamente quando parlavo in casa con qualcuno - ha raccontato la vittima - lui sapeva sempre tutto. Scoprii così una prima microspia dietro ad un quadro e successivamente una seconda. Avevano un sim che si collegava con il suo telefono».
Poi c'erano gli appostamenti sotto casa, persino di notte. «Avevo paura anche di uscire» ha riferito la donna.
Ma l'imputato, che ha accettato di parlare, ha negato tutto.
«Inizialmente volevo solo cercare di riconquistarla - ha spiegato - poi ho capito che era finita e mi sono allontanato. Mai andato di notte sotto casa sua. Le suonate di notte con il clacson? Non ero io, era un mio amico che passava a prendermi». Insomma, «punizioni conto terzi» le ha definite ironicamente il giudice. In aula, sempre ieri, anche il fratello della donna che ha riferito dello stato di angoscia in cui era caduta la congiunta, costretta a modificare le proprie abitudini di vita. Le motivazioni della sentenza arriveranno solo tra 60 giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino