Mestre, ristorante consegne a domicilio. «Porto i miei piatti a casa, ma siamo ai minimi storici»

Mestre, ristorante consegne a domicilio. «Porto i miei piatti a casa, ma siamo ai minimi storici»
C'è chi resta aperto, come l'Angolo dell'ottica, per assistere gli anziani che rompono gli occhiali. E chi, tra i ristoratori, a fatica si sta organizzando con...

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C'è chi resta aperto, come l'Angolo dell'ottica, per assistere gli anziani che rompono gli occhiali. E chi, tra i ristoratori, a fatica si sta organizzando con la consegna a domicilio nell'attesa che i mestrini diventino più recettivi. Gli ordini iniziano ad arrivare ma non basta a mantenere la baracca. «Ci siamo attivati con la consegna a domicilio ma raggiungiamo il 5% delle entrate di una normale giornata di lavoro» racconta Samuele Lodoli del Fritoin, ristorante, bar e rosticceria di via Ca' Savorgnan. Un'attività messa in piedi in emergenza: «Abbiamo concentrato l'apertura dal mercoledì alla domenica, dalle 11 del mattino alle 23, e dopo l'inizio lento solo a Mestre abbiamo deciso di allargare la fascia, arrivando fino a Mirano, Spinea, Martellago, Favaro e Marghera. Cerchiamo di dare il servizio e promuoverlo e ce la stiamo mettendo tutta, proponendo un menu ridotto per evitare sprechi, ma se il venerdì e il sabato arrivano ordini, durante la settimana siamo ai minimi storici».


Qualcuno si sta facendo vivo per Pasqua ma ancora non è così automatico per un cliente abituale telefonare per farsi portare il pranzo o la cena. «Noi stiamo facendo tutto questo per mantenere i contatti e non perdere i clienti. Ma se dovessimo farlo per gli incassi non ne varrebbe la pena, non ci paghiamo nemmeno luce e affitto - aggiunge Lodoli - Ma siamo fiduciosi. È difficile pensare a un orizzonte ma non vogliamo mollare, anzi speriamo che alla fine dell'emergenza la gente riscopra il centro città». Marina Santoro, dell'Angolo dell'ottica di via San Girolamo, ha deciso di aprire per assistere chi ha problemi con gli occhiali: «Sarebbe stato più semplice rimanere a casa e ricevere le telefonate, come fanno tanti che erogano servizi essenziali, ma abbiamo deciso di aprire a orario ridotto. Ricevo su appuntamento, adottando il protocollo di sicurezza, con guanti e disinfettando tutto il materiale». In negozio aiuta chi ha rotto una lente o un'asta, o magari ha perso una vite degli occhiali, mettendo le persone in condizione di poter vedere. Se c'è la necessità fanno consegne a domicilio tramite un corriere. «Questo è un momento difficile da gestire e non lo stiamo facendo per risanare i conti - conclude Santoro - a fine giornata sono più i soldi dell'energia consumata che quelli che entrano. Lo vivo più come un aiuto alla collettività e facciamo tante attività a titolo gratuito, soprattutto per gli anziani. Ogni sera mi confronto con un consulente per capire come è andata la giornata e decidere come procedere. Spero di poter portare avanti questa attività fino alla fine dell'emergenza». (m.fus.)  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino