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MESTRE - Pensava, quasi ragionevolmente, di averla fatta franca. Mai poteva immaginare che una mattina di luglio 2021 il suo passato di diciotto anni prima tornasse a farle visita e le presentasse il conto, anche perché nulla - al tempo - sembrava portare a lei.
Non aveva però preso in considerazione la minuziosa pazienza certosina dei carabinieri, e in particolare dei militari del Ris di Parma, che per tutti questi anni non hanno lasciato cadere il caso costruendo le fondamenta che hanno permesso, ieri mattina, ai colleghi dell’Arma di presentarsi da lei denunciandola per concorso in furto aggravato assieme ad un complice per due colpi messi a segno nel vicentino all’inizio degli anni Duemila.
A tradire lei, come il suo compare di avventura, è stato il Dna prelevato sulla scena del crimine che, analizzato e incrociato con i profili genetici conservati nella banca dati nazionale delle forze dell’ordine, ha permesso di dare un nome e un cognome agli autori di quei blitz in provincia di Vicenza, il più vecchio nel 2003 e il secondo nel 2006, messi a segno rispettivamente a Monticello Conte Otto e Costabissara.
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Il Gazzettino