Boss mafioso arrestato in centro: è il figlio del killer di Dalla Chiesa Lavorava al Tronchetto

L'arresto del boss Galatolo a Mestre
MESTRE - C’è anche un "mestrino" fra i 95 destinatari delle misure cautelari emesse dal gip di Palermo su richiesta della direzione distrettuale antimafia della stessa...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MESTRE - C’è anche un "mestrino" fra i 95 destinatari delle misure cautelari emesse dal gip di Palermo su richiesta della direzione distrettuale antimafia della stessa città ed eseguite all’alba di oggi, nell’ambito della maxi operazione denominata "Apocalisse" che azzera i mandamenti mafiosi di San Lorenzo/Tommaso Natale e Resuttana.




Associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, riciclaggio, usura sono i reati contestati anche a u’ picciriddu, al secolo Vito Galatolo, 40 anni, figlio del boss Vincenzo, capo indiscusso del clan Acquasanta/Arenella alleato dei corleonesi di Totò Riina, in affari con i Madonia, condannato all’ergastolo per l’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e coinvolto nell’attentato fallito all’Addaura contro Giovanni Falcone.







Galatolo jr scarcerato nel settembre 2012 e colpito da divieto di dimora a Palermo, è "salito" al Nord pochi mesi dopo, trasferendosi a Mestre con moglie e tre figli, trovando lavoro come operaio manutentore in un’azienda del Tronchetto, in regime di sorvegliato speciale.



Ed è qui, nel suo appartamento al quinto piano di un condominio di via San Pio X, a due passi da Piazza Ferretto, in pieno centro, che alle quattro del mattino hanno fatto irruzione i finanzieri del Gico di Venezia in supporto ai colleghi del Nucleo di Polizia Valutaria di Palermo, arrestando "u picciriddu" che secondo gli inquirenti ha ripreso e mantenuto fino a oggi quello che era già stato il suo ruolo in seno a Cosa Nostra, anche dal Veneto.



Ovvero il riciclaggio del denaro della "cassa" della cosca: tra i metodi utilizzati quello di impiegare oltre 600mila euro di proventi illeciti giocandoli in scommesse calcistiche, ripulendone, mediante le relative vincite almeno 590mila. Al termine della perquisizione domiciliare, il fotosegnalamento e l’accompagnamento nel carcere di massima sicurezza di Padova dove è stato rinchiuso in isolamento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino