MESTRE - Quando Mestre era un centro vitale e produceva merci, arte e cultura, l'American Bar di piazzetta Battisti a fianco del teatro Toniolo era il ritrovo dei Vip. E quel...
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È, però, con l'American Bar che, al pari di tanti mestrini famosi, ha lasciato un segno a Mestre, tanto che l'assessore Renato Boraso, a nome della città, ieri ha detto «perdo un caro amico, un grande imprenditore della Mestre di ieri e di oggi, un abbraccio alla moglie e alla figlia».
Negli anni Ottanta, quando lo inventò con l'entrata minuscola e lo sviluppo dello spazio tutto interno proprio come i bar che all'epoca facevano tendenza nelle metropoli degli Stati Uniti, di Vip in terraferma ce n'erano molti (attori, musicisti, imprenditori, professionisti), parte ci vivevano e parte la frequentavano, perché era una città ricca, con le fabbriche che andavano ancora a tutto vapore e pagavano stipendi a dipendenti fissi e a direttori e manager che avevano rapporti internazionali.
GLI ANNI OTTANTA E a fianco dell'American Bar c'era il teatro Toniolo dove geni del jazz e del rock mondiale calcavano il palcoscenico tra uno spettacolo di prosa, un balletto e un concerto di classica. Era l'epoca in cui anche attori di fama passavano per Mestre, Ugo Tognazzi era cliente del locale a fianco del Toniolo.
Poi sono arrivati gli anni Novanta ed è iniziato il lento declino di quella che per anni era stata una delle capitali del Nord Italia per spettacoli e musica d'avanguardia. Hanno aperto i primi centri commerciali che hanno assediato e soffocato il centro, è esploso il turismo mordi e fuggi e povero a Venezia, e i Vip sono emigrati in altri lidi.
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Il Gazzettino