ROVIGO - Se non paghi, niente mensa per tuo figlio. Alcune modifiche al Regolamento sulle mense delle scuole rodigine, che verranno proposte in Consiglio comunale entro fine mese,...
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GLI INTERESSATI
Sono 900 gli studenti che ad oggi usufruiscono del servizio, appartenenti a quattro asili nido, sei scuole d’infanzia, cinque scuole primarie e una sola scuola media inferiore. Fino ad oggi erano ammesse eccezioni nei pagamenti, visto che è capitato spesso a moltissime famiglie di “andare a debito” con i pasti dei propri figli. Ma dalla Regione è arrivato un diktat che impone che i pagamenti siano in regola per poter procedere con la somministrazione del pasto. A tutela dei piccolissimi studenti, invece, sarà introdotto un nuovo articolo che prevede la possibilità ai rappresentanti dei genitori della scuola di controllare il servizio. Con un massimo di tre visite a quadrimestre, potranno entrare durante i pasti a scuola, per controllare se vengono rispettati gli i principi sanitari e i menu a disposizione dei bambini. Non potrà accedere qualsiasi genitore alla sala, ma solo i rappresentanti eletti. Questa decisione è stata presa dal Comitato Mensa, affinchè siano sempre costanti i controlli sulla qualità, specialmente per i bambini con intolleranze o specifiche richieste alimentari che prevedono l’assunzione di un pasto adatto alle specifiche necessità.
“BORSELLINO”
Il pagamento è “a borsellino”, ovvero la famiglia versa una quantità di denaro e poi vengono scalati i costi in base ai pasti di cui il bambino ha usufruito. Finora non si è mai sviluppato il caso per cui si sia bloccato l’accesso del figlio al servizio. Ma è una nuova regola imposta in nome del buonsenso, in quanto rappresenta un paletto, una sorta di richiamo all’attenzione della necessità di rispettare i pagamenti. La contribuzione al costo del servizio di refezione scolastica è determinata in base all’Isee del nucleo familiare all’inizio dell’anno scolastico e rimane invariata durante tutto l’anno. Qualora l’indice del reddito Isee sia inferiore o uguale ai tre mila euro, non è dovuta alcuna spesa, poi aumentale in base alla soglia di reddito appartenenza, arrivando ad un massimo di quattro euro a pasto.
Alberto Lucchin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino