Da emporio di campagna a ristorante di lusso: Menegaldo e il pesce per cui vanno tutti pazzi

Da emporio di campagna a ristorante di lusso: Menegaldo e il pesce per cui vanno tutti pazzi
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MONASTIER - Un po' trattoria, un po' osteria, un po' emporio di campagna. «Dove si trovava tutto quello che poteva servire alle famiglie rurali del tempo, ossia mercerie, e quindi filo, bottoni, lana, ma anche ferramenta, chiodi, martelli, compresi carburo e petrolio per alimentare le lampade, poichè l'elettrificazione qui non era ancora arrivata. E poi tabacchi e tutto l'occorrente per i norcini che macellavano i maiali nelle case contadine, per farne salsicce e salami». Trattoria Menegaldo a Pralongo di Monastier, rinomato ristorante di pesce di cui parlano tutte le migliori guide enogastromiche italiane ed estere, per decenni è stato il centro di un microcosmo in questo pezzetto di campagna trevigiana, a ridosso della provincia di Venezia. 


 
LA STORIA
«La prima osteria-emporio fu aperta da mio padre Lucio Alessandro nel 1910 racconta Franco Menegaldo, titolare della trattoria omonima in una piccola baracca all'incrocio fra via Pralongo e via Losson, dove ancora oggi ci troviamo. Era quella che si diceva osteria da cavài', ovvero una piccola trattoria in cui i carrettieri trovavano ristoro per sé e il cavallo». Poi arrivò la guerra, che si combatteva a pochi chilometri di distanza sul fronte del Piave, e quella costruzione fu rasa al suolo. Ma terminato il conflitto, ne fu ricostruita una di più grande, in pietra e mattoni, al cui interno la famiglia Menegaldo consolidò la propria attività: da una parte l'emporio, al quale si riforniva tutta la gente del circondario; dall'altra l'osteria, dove i coniugi Lucio Alessandro e la moglie Maria Florian, accanto a qualche ombra di vino buono, facevano trovare agli avventori anche qualche piatto semplice (ma buonissimo!) della tradizione veneta e trevigiana, come pasta e fagioli, trippa, baccalà. 

IN BOTTEGA
«Io iniziai a lavorare in bottega a 18 anni» continua il titolare, classe 1938, da poco 80enne. «Facevamo anche consegne a domicilio, quando qualcuno dei nostri clienti aveva particolari bisogni. Dietro il banco di quell'emporio, che abbiamo chiuso solo una ventina di anni, per concentrarci totalmente sulla trattoria, io sono cresciuto e ho imparato ad apprezzare il contatto con il pubblico, cercando di mettermi sempre al suo servizio». E qui il signor Franco racconta un aneddoto che ha dell'inverosimile. «Il giorno in cui mi sposai, nel 1960, un cliente pretese che fosse io in persona nonostante fosse il giorno del mio matrimonio a fornirgli tutto l'occorrente per la macellazione e lavorazione del maiale, ossia pepe, budelli e tutto il resto degli ingredienti. Già pronto con il vestito buono, fui costretto a cedere alle sue insistenze». Quel giorno Menegaldo si unì in matrimonio a Bertilla Fregonese, sua coetanea, che ancora oggi è punto di riferimento della raffinata cucina Menegaldo. Dalla loro unione nacquero tre figlie, tutte occupate nel ristorante di Pralongo: Patrizia, che accoglie i clienti e li accompagna in sala, e poi Rosanna e Stefania, impegnate ai fornelli. La svolta importante arriva negli anni Sessanta e coincide con il boom economico. 

IL BOOM

«La clientela della parte ristorazione crebbe via via e con essa anche il locale. Guardandosi intorno, si può ancora notare come la trattoria sia cresciuta pezzetto per pezzetto, aggiungendo prima una sala, poi spostando la cucina sul lato opposto, allargandoci anche per le esigenze dei grandi banchetti, specie quelli nuziali». Fino ad una cinquantina di anni fa, la cucina di Menegaldo era un misto di carne e pesce (quanti polli arrosto con fagioli, ma anche baccalà, anguilla in umido e trippa abbiamo cucinato, specie nei dì di festa!); in seguito i gusti dei clienti si sono raffinati e trattoria Menegaldo si è specializzata soprattutto nel pesce. «Abbiamo sempre puntato sulla qualità della materia prima, rifornendoci pressochè quotidianamente nei mercati ittici di Caorle e Marano lagunare, proponendo ai clienti una tavola stagionale, che rimane legata alla tradizione (le paste, i risotti, il nostro fritto, sono memorabili), senza dimenticare un po' di sperimentazione, assecondando anche il mutare dei gusti. Per dire, oggi va alla grande il crudo». L'amore per le materie prime, rigorosamente italiane, si traduce nella scelta degli olii extra vergine di oliva (da Puglia, Liguria, Lago di Garda,...) e nella carta dei vini, con una selezione di oltre tremila etichette. Non a caso, Franco Menegaldo è stato uno dei primi sommelier della provincia di Treviso. Quando gli chiediamo quali siano, in assoluto, gli aspetti che gli hanno dato maggiore soddisfazione, la risposta è quasi banale. «I clienti contenti. Questo è un mestiere bello, ma anche molto pesante. La passione, non può mai mancare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino