Il primario: «Ecco perché vado via». Si allarga la crisi dei medici pediatri

Marco Filippone, primario di Pediatria
CAMPOSAMPIERO - «Non vado via da Camposampiero perchè sono stanco di lavorare o per motivi economici. Ho deciso di rassegnare le dimissioni semplicemente...

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CAMPOSAMPIERO - «Non vado via da Camposampiero perchè sono stanco di lavorare o per motivi economici. Ho deciso di rassegnare le dimissioni semplicemente perchè ho difficoltà a garantire i servizi e le prestazioni che io e i collaboratori abbiamo fornito ai cittadini da sei anni e mezzo a questa parte, da quando sono stato nominato primario. Le polemiche non mi riguardano: se non sono messo nelle condizioni di agire come credo sia giusto fare, è bene lasciare il posto ad altri».

Il primario di pediatria Marco Filippone, 54 anni, dal 2012 primario del reparto di pediatria all'ospedale di Camposampiero è al centro di uno tsunami, dopo le dimissioni presentate a fine agosto, precedute da quelle di tre medici pediatri a marzo di quest'anno, e alle recenti dimissioni presentate l'altro ieri da altri tre pediatri in servizio a Camposampiero, Michela Alfiero Bordigato, Martina Betto ed Emanuele Cherubin.
All'ospedale Pietro Cosma e fuori, la gente parla della situazione che si è creata dopo le dimissioni di sette pediatri in meno di sei mesi. Filippone sembra come frastornato da tanto clamore e vorrebbe evitare qualsiasi critica nei confronti dei vertici dell'azienda ospedaliera.

LA DECISIONE «Ho deciso di venire a Camposampiero, polo d'eccellenza nella neonatologia e negli interventi in terapia intensiva nel Veneto - ammette il primario, ieri regolarmente in servizio nel reparto pediatrico al 4. piano dell'ospedale - perchè volevo crescere professionalmente e specializzarmi. Dopo 15 anni a Padova e due anni in America, mi sono concentrato qui, nell'alta padovana, perchè pensavo ad un futuro importante per me. Ora sappiamo bene che la carenza di personale non riguarda solo la pediatria di Camposampiero, ma un dato di fatto è inconfutabile: negli ultimi mesi estivi non abbiamo potuto lavorare in terapia intensiva per la mancanza di coperture dei medici. Non è assolutamente una questione di soldi . Ho deciso di andare via non per stanchezza o promesse di guadagni più remunerativi ma perchè, lo ribadisco, ho bisogno di lavorare e crescere professionalmente».
Il reparto di pediatria è in sofferenza: rimangono di ruolo due soli altri medici pediatri (una in gravidanza) e rimane la difficoltà, oggettiva, di reperire altre figure professionali per continuare la gloriosa tradizione del reparto.
Filippone sarà teoricamente al Pietro Cosma fino a febbraio del prossimo anno, ma avanza tre mesi di ferie e dunque presterà servizio fino a novembre, mentre i tre medici che si sono dimessi l'altro giorno lavoreranno fino all'inizio del nuovo anno.
on c'è tempo da perdere per la direzione generale dell'Ulss 6 Euganea. La direzione strategica è stata incalzata anche dal consigliere regionale Claudio Sinigaglia, che ieri ha presentato un'interrogazione a palazzo Ferro Fini per capire il motivo della fuga di tanti professionisti del reparto di pediatria.

RIFERIMENTO «Questa struttura è il punto di riferimento per l'area materna infantile - attacca il consigliere dei democratici - ma a breve rischiamo di doverne parlare al passato. Già la scorsa primavera, infatti, c'è stata una emoraggia di pediatri che hanno deciso di abbandonare il reparto, dopo aver denunciato le numerose carenze al direttore generale Domenico Scibetta a cominciare da quelle relative al personale.

Pochi giorni fa a Cittadella è riesplosa la polemica per la presenza di un solo chirurgo, che può effettuare solo le urgenze. «Perchè ci troviamo in questa situazione? - si chiede Sinigaglia - La Regione deve dare delle risposte e riflettere se tutto questo malessere sia frutto della riforma sanitaria o se dipenda dalle dimensioni delle Ulss, troppo grandi, con problemi nella catena di comando. In ogni caso il personale, costretto a continui straordinari, non regge e le dimissioni aumentano».
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Il Gazzettino