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CONEGLIANO - «Matteo aveva fatto a metà febbraio tutti i controlli di routine che uno sportivo deve fare. Era tutto a posto, non era emerso nessun problema». A parlare è Ilaria Bignucolo, moglie di Matteo Chini, l’ingegnere di 44 anni stroncato da un malore improvviso dopo essere tornato a casa da una partita di tennis venerdì sera. Il professionista, ispettore dell’Inail di Padova per il quale effettuava controlli su impiantistiche a pressione in tutto il Veneto, era uno sportivo nato. Aveva giocato a basket con il Portogruaro, dove aveva abitato con la madre e il padre oggi in pensione. Oltre al basket Matteo si cimentava in diversi sport tra cui il tennis, il nuoto, lo sci, la bicicletta, la corsa. La moglie Ilaria che lavora al De Gironcoli come ortottista, era già a letto quando Matteo è rincasato e solo al mattino, avvertita da una telefonata, ha saputo la verità. «E’ stato terribile, mi sembra impossibile. Ci siamo conosciuti tramite un amico - continua a moglie - Ci siamo sposati 15 anni fa. Oggi (ieri ndr) sarebbe stato il suo compleanno. Matteo era una persona elegante nei modi. Si era laureato ingegnere con 110 e lode e dopo vari lavori nel coneglianese era stato assunto all’Inail dove si occupava di controlli di impianti a pressione in tutto il Veneto. Era una persona meravigliosa e qualsiasi cosa facesse si impegnava a fondo. Durante la pandemia ha voluto imparare a suonare la chitarra e ci è riuscito. Era un tipo riservato ma quando si apriva era un signore, una persona a modo. Era elegante anche in tuta da ginnastica. Gli dicevo che era nato con la camicia e la cravatta».
L’AUTOPSIA
Ora alla famiglia non resta che aspettare l’esito dell’autopsia. «Ho visto mio marito l’ultima volta giovedì.
Il Gazzettino