La travolgono e fuggono: «E' come se mi avessero investita due volte»

Il luogo dell'investimento. Hanno lasciato la ragazza sulla strada, con la bici sopra
MARTELLAGO - «E' come essere investiti due volte». Dal suo letto di ospedale a Dolo, Desirée, la 26enne di Cappella vittima lunedì...

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MARTELLAGO - «E' come essere investiti due volte». Dal suo letto di ospedale a Dolo, Desirée, la 26enne di Cappella vittima lunedì dell'ennesimo caso di pirateria, racconta la sua esperienza. La giovane, che lavora da McDonald, stava andando in bicicletta da un'amica a Martellago quando, attraversando via Volta sulle strisce con la bici a mano per entrare nella ciclabile, è stata investita da un Fiat Doblò bianco.


«Ho sentito una lunga frenata, il furgone ha sbandato verso destra e mi ha colpita sulla schiena: la mia salvezza, se fosse andato diritto mi avrebbe presa in pieno. Sono una miracolata» spiega la 26enne, che è rovinata a terra. «Il passeggero il conducente non l'ho visto è sceso e mi ha chiesto: va tutto bene?. No - gli ho risposto -: mi sento qualcosa di rotto. Non possiamo lasciare il furgone in mezzo alla strada. Ora lo spostiamo e poi risolviamo tutto: siamo assicurati, ha ripreso il tizio, alto e abbronzato, capelli castano chiari lunghi e trasandati e vestito con maglia e pantaloni grigio scuro e le scarpe antinfortunistiche. Sono certa che frequenta Maerne: lavoravo lì in un bar e l'ho visto».


Elementi che la ragazza ha riferito agli agenti della polizia locale dell'Unione che stanno conducendo le indagini e che ieri hanno raccolto la sua testimonianza in ospedale. «Intanto, il conducente aveva portato il furgone nel piazzale della vicina enoteca, sulla Moglianese. Ha atteso che l'amico lo raggiungesse e, anziché tornare, sono sgommati via verso Cappella», prosegue la ragazza, che per fortuna è stata aiutata da altre persone di passaggio, che le hanno tolto la bici di dosso e poi condotta a casa. Di qui il papà l'ha subito portata al Pronto soccorso di Mirano da dove è stata trasferita in Ortopedia a Dolo. «Ho quattro vertebre rotte e dolori lancinanti, ma non posso assumere antidolorifici né cibo: i medici temono un interessamento agli organi interni. Bisogna aspettare», conclude la giovane, che però soffre anche di un altro dolore. «Moralmente sono a pezzi. Vedere questi scappare così mi ha ferita doppiamente: lasciare una persona appena investita in mezzo alla strada è da vergognarsi. Se uno ha bevuto o commesso una disattenzione deve pagarne le conseguenze: bisogna avere il senso civico e il cuore di fermarsi a prestare soccorso e il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Nulla giustifica queste fughe». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino