Marmolada, via libera al raddoppio del ripetitore telefonico: «Serve per la sicurezza»

Marmolada, via libera al raddoppio del ripetitore telefonico: «Serve per la sicurezza»
BELLUNO - Via libera al raddoppio del ripetitore sulla Regina delle Dolomiti. L'ha stabilito l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, accogliendo la...

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BELLUNO - Via libera al raddoppio del ripetitore sulla Regina delle Dolomiti. L'ha stabilito l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, accogliendo la richiesta della società Cellnex Italia Spa, specializzata nelle soluzioni di ottimizzazione del segnale radiomobile, nei confronti dell'impresa Marmolada Srl, gestrice delle funivie che da Malga Ciapela salgono a Punta Rocca. Secondo l'Agcom, lo spegnimento dell'impianto bellunese lascerebbe senza copertura telefonica e soprattutto web la pista da sci e le zone limitrofe, frequentate da residenti e turisti, «causando disservizi agli stessi nonché possibili problematiche relative alla loro sicurezza».


L'INFRASTRUTTURA
A un mese dalla strage del ghiacciaio, l'esito del contenzioso riaccende i riflettori sul massiccio. La richiesta di Cellnex era di poter continuare ad avere accesso all'infrastruttura BL103 Passo Fedaia, anche in vista dell'ammodernamento e dell'ampliamento di una rete di comunicazione elettronica ad alta velocità, costituita da una stazione radio-base con annesse antenne ed apparecchiature. L'azienda controllata dalla trevigiana Edizione, holding dei Benetton, aveva in affitto il sito dal 2003, in forza di contratti rinnovati ogni sei anni, finché nel 2018 Marmolada aveva rappresentato la volontà di non procedere al rinnovo, oltre la scadenza del 30 novembre 2021.


LO SCONTRO
Da questa decisione è scaturita la controversia davanti all'Authority. Cellnex ha evidenziato che «un eventuale spostamento determinerebbe un aggravio di costi notevole e ingiustificato», il quale «vanificherebbe lo spirito» della normativa in materia e «arrecherebbe pregiudizio agli operatori di telefonia mobile» nonché agli utenti, «per la mancata copertura del segnale sulle piste da sci peraltro a stagione turistica e sciistica attualmente in corso», causando «problemi per le persone con riguardo a possibili chiamate di emergenza». Marmolada ha replicato che questa esigenza «impedisce di mettere fuori esercizio l'impianto per i cinque mesi di inattività, costringendo la società a mantenere la tensione, con aggravio dei costi di gestione», oltretutto in un periodo di «elevati oneri delle tariffe delle forniture di elettricità». Inoltre la ditta della famiglia Vascellari ha sottolineato che la struttura in questione, collocata in località Banc del Gigio sul Coston di Antermoia «a circa 2.350 metri di quota a strapiombo su un costone di roccia, è caratterizzata da condizioni climatiche estreme, specialmente nella stagione invernale». Come riassume l'Agcom nella delibera, secondo i gestori della funivia «l'ospitalità prestata all'impianto esistente ha creato alla società delle rilevanti difficoltà di gestione sul piano della sicurezza, stante la inaccessibilità dell'area nella stagione invernale e la oggettiva difficoltà di garantire l'accessibilità all'area per le condizioni atmosferiche che, per l'elevata altitudine, sono sovente proibitive per larga parte dell'anno e soggette a rischio di slavine». Di qui il rifiuto, in quanto «la gestione dell'impianto funiviario impone l'osservanza di rigorose regole di sicurezza a tutela degli operatori e dell'utenza», mentre «le costanti interferenze determinate dalla compresenza degli impianti di comunicazione» determinano «la oggettiva inidoneità dell'infrastruttura ad ospitare ulteriormente tali impianti».


IL VERDETTO


Le due parti si sono fronteggiate a colpi di perizie. Alla fine l'Autorità ha emesso il suo verdetto (impugnabile davanti al Tar del Lazio), ritenendo «necessario il mantenimento dell'impianto». Per l'Agcom, «pur potendo effettuare chiamate di emergenza anche tramite l'utilizzo delle reti di Time Vodafone (servizio voce)», gli escursionisti «non potrebbero diversamente utilizzare la rete dati, restando quindi impossibilitati ad inviare informazioni utili al loro puntuale posizionamento in caso di incidente (si pensi ad esempio all'invio rapido della posizione Gps per il tramite di applicativi di instant messaging quali ad esempio Whatsapp e similari) o ad utilizzare mappe interattive per orientarsi nei sentieri o sulle piste da sci». Di conseguenza Cellnex potrà restare, ma dovrà pagare a Marmolada «i costi dell'energia».
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Il Gazzettino