Porto Marghera, 100 milioni di collaudi come premio ai dirigenti

Porto Marghera, 100 milioni di collaudi come premio ai dirigenti
MESTRE - Gli incarichi per i collaudi del marginamento dell’area industriale di Porto Marghera e del Mose «costituiscono una sorta di incentivo e di premio» per dirigenti...

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MESTRE - Gli incarichi per i collaudi del marginamento dell’area industriale di Porto Marghera e del Mose «costituiscono una sorta di incentivo e di premio» per dirigenti ministeriali, alti funzionari regionali, assessori, capi di gabinetto... Considerando che sono costati 100 milioni di euro, l’entità dei «premi a pioggia» ha scandalizzato i componenti della Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, anche perché li ritengono inutili.


Il marginamento di Porto Marghera è, dunque, imparentato con il Mose non solo perché il soggetto attuatore, attraverso il Consorzio Venezia Nuova, è lo stesso, ossia il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche del Triveneto (che ha sostituito il Magistrato alle Acque); e non solo per il fatto che le imprese che vi hanno lavorato, con in testa Mantovani, sono sovente le stesse, ma anche perché il sistema dei collaudi è stato rodato col Mose ed esportato pari pari sulla "grande muraglia".

I 130 collaudatori del Mose hanno percepito quasi 100 milioni di euro, quelli dell’intervento per mettere in sicurezza una delle aree Sin (Sito di interesse nazionale) più inquinate d’Italia "solo" 1 milione e mezzo destinato a diventare 2 milioni se verrà completato.

Decine di commissioni sono state nominate solo per il marginamento, ognuna delle quali composta da due tecnici e da un amministrativo che, secondo l’avvocato Giuseppe Fiengo, uno degli amministratori straordinari del Consorzio Venezia Nuova, "non è funzionale al collaudo" ma è «un premio per altre attività... però non c’è dubbio che gli stipendi aumentano in modo considerevole», come nel caso citato di un dirigente inquisito che «si portava a casa altri 480 mila euro».

A cosa sono servite tutte queste verifiche parziali? «Il compito del collaudatore non attiene alla funzionalità dell’opera, ma solo alla verifica che questa sia stata realizzata in conformità al progetto approvato» ha spiegato alla Commissione, dopo aver dichiarato di essere stato anch’egli nominato collaudatore per il Mose, l’ingegner Roberto Daniele, provveditore interregionale per le opere pubbliche del Triveneto, organo che ha sostituito il Magistrato alle Acque e che indica i nomi dei commissari di collaudo.

Non attenendo alla funzionalità delle opere, queste verifiche parziali secondo la Commissione d’inchiesta sono dunque inutili e devianti rispetto agli obiettivi propri dato che, secondo quanto affermato dall’amministratore straordinario del Consorzio Venezia Nuova, «il mancato completamento delle opere di marginamento sta... mettendo in serio dubbio la bontà complessiva dell’intervento finora realizzato».

Con questi 100 milioni di euro, concludono amaramente i commissari, si sarebbe potuta portare a termine una parte importante degli interventi mancanti per mettere in sicurezza la laguna.


Il provveditore per le opere pubbliche del Triveneto ha inoltre dichiarato che i collaudi parziali sono stati effettuati in sostituzione del collaudo finale. E questo, secondo la Commissione, è altrettanto scandaloso perché tutte le verifiche finora eseguite "non possono in alcun modo essere sostitutive del collaudo globale dell’intera opera eseguita". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino