Marco Zennaro trasferito in commissariato: tutte le speranze sul giorno dell'udienza davanti al giudice

Marco Zennaro e la cella di detenzione
VENEZIA - Marco Zennaro, l'imprenditore in carcere in Sudan da quasi due mesi, è stato trasferito nuovamente in commissariato. Dopo i giorni di detenzione presso il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

VENEZIA - Marco Zennaro, l'imprenditore in carcere in Sudan da quasi due mesi, è stato trasferito nuovamente in commissariato. Dopo i giorni di detenzione presso il carcere di Omdurman in una condizione più "organizzata" (come riporta la nota della Farnesina), seppure difficile, ieri è stato condotto nuovamente davanti alla Corte ed è stato trasferito nuovamente in commissariato. «La condizione è sempre molto difficile - dice il fratello Alvise - temperatura a 50 gradi (visti i 46 esterni), senza letto e materasso, senza diritti di visita, movimento e aria. Il procuratore ha deciso di disporre un'ulteriore integrazione istruttoria. Pertanto Marco dovrà passare altri giorni (non sappiamo quanti) in queste condizioni disumani».

Ricordiamo che Marco Zennaro è in attesa di comparire dopodomani 10 giugno, davanti al giudice. La controversia, ricordiamo, riguarda una partita di trasformatori elettrici che la ditta di Zennaro ha venduto al suo distributore locale, Ayman Gallabi, che l’aveva ritenuta non conforme al contratto. Marco Zennaro allora si è recato a Khartum nella seconda metà di marzo per comprendere le ragioni della contestazione. Da allora non è più riuscito a fare ritorno in Italia, passando da una cella del commissariato a quella della prigione, nonostante un primo rimborso di 400 mila euro concordato con Gallabi, il cui corpo però è stato poi ritrovato morto nel Nilo, il 22 maggio. E nonostante l’ambasciatore italiano, Gianluigi Vassallo, e la Farnesina stiano cercando una conciliazione con i clienti finali della fornitura e con la società elettrica sudanese Sedc, diretta da un parente stretto del generale Mohammed Dagalo, vice presidente del governo di transizione in Sudan. 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino