Magnete al contatore elettrico per "rallentarlo" e dimezzare le bollette

Magnete al contatore elettrico per "rallentarlo" e dimezzare le bollette
SAONARA - Sono riusciti a farla franca per oltre tre anni. Ma ora la Procura sta per presentare loro il conto. Il pubblico ministero Sergio Dini ha fatto notificare nei giorni...

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SAONARA - Sono riusciti a farla franca per oltre tre anni. Ma ora la Procura sta per presentare loro il conto. Il pubblico ministero Sergio Dini ha fatto notificare nei giorni scorsi ad una coppia di cinesi quarantenni l'avviso di conclusione indagini. I due, artigiani, contitolari di un laboratorio tessile, sono accusati di truffa aggravata. E rischiano di dover affrontare un processo in cui l'Enel si costituirà parte civile nel tentativo di ottenere il risarcimento del danno. Marito e moglie avevano trovato un modo del tutto originale di ridursi in maniera indebita l'ammontare delle bollette dell'energia elettrica nel capannone di Saonara dove svolgono la loro attività imprenditoriale. 

 
IL RAGGIRO

Avevano applicato un magnete al contatore dell'Enel rallentandone in questo modo il funzionamento. In pratica il contatore registrava consumi di corrente di molto inferiori a quelli effettivamente prodotti. Il semplice giochetto è andato avanti per molto tempo. Ci sono voluti oltre tre anni prima che l'Enel si rendesse conto delle strane anomalie nel funzionamento di quel contatore. Poi la denuncia alla Procura della Repubblica ha fatto scattare una perquisizione nel capannone della coppia cinese. I due artigiani sono caduti dalle nuvole. Ma non hanno potuto negare l'esistenza di quel magnete applicato al contatore, poi finito sotto sequestro. Il raggiro ha prodotto un bel risparmio nelle tasche dei due titolari del laboratorio di confezioni. Secondo l'accusa in oltre tre anni, dal 2015 ai primi mesi di quest'anno, avrebbero risparmiato la bellezza di sessantamila euro. Dalla comparazione tra i consumi effettivi e quelli prodotti dal contatore emerge una notevole discrepanza. Marito e moglie avrebbero pagato bollette molto leggere per il consumo di energia elettrica. Il loro capannone avrebbe generato in poco più di tre anni una spesa di soli cinquantamila euro, a fronte dei centodiecimila che avrebbero dovuto sborsare nel caso in cui il contatore non fosse stato taroccato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino