Da Chioggia al Civetta, la battaglia di Fanny per poter fare la maestra di sci

Da Chioggia al Civetta, la battaglia di Fanny per poter fare la maestra di sci
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CHIOGGIA - «Il Collegio sta difendendo privilegi corporativi in violazione della libera concorrenza prevista dall'Unione europea». La sterzata nel processo contro la chioggiotta maestra di sci "abusiva", Fanny Penzo, 54enne iscritta solo all'associazione slovena dei maestri di sci e non riconosciuta in Italia, arriva con la deposizione del maresciallo dei carabinieri di Forno di Zoldo che  indagò sui falsi insegnanti. Ma è proprio in questo passaggio che sembra essere stata fatta chiarezza, con tanto di scuse al marito della Penzo che, in Veneto, si trovò a vivere la stessa situazione, costretto così a migrare nel Collegio dell'Alto Adige dove invece venne accolto a braccia aperte, senza la necessità di quelle misure compensative che invece richiedeva il Collegio Veneto per riconoscere il titolo sloveno.


Apertura anche in Val d'Aosta, dove, ha spiegato ieri l'uomo, «sono molto più attenti nell'osservare le direttive europee sulla libera concorrenza». Insomma, ieri in aula, s'è rafforzata l'ipotesi difensiva dell'avv. Renzo Fogliata  di Venezia. In merito vi è anche una sentenza del Tar destinata, ha detto Fogliata, a fare giurisprudenza: non serve nulla per riconoscere il titolo anche in Italia. La 54enne imputata aveva conseguito il titolo in Slovenia nel 2006. L'accusa nei suoi confronti è di aver esercitato per la scuola di sci Civetta senza essere in possesso dell'abilitazione italiana. Non fu facile nemmeno eseguire le indagini, ha spiegato ieri il sottufficiale, in quanto le tempistiche di legge per far emergere il reato sono quasi impossibili da osservaree. La sentenza sarà sicuramente destinata a fare giurisprudenza in una materia che resta ancora molto controversa.

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Il Gazzettino