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VENEZIA - Chiedono il riconoscimento delle indennità anche durante i periodi di ferie per evitare di vedersi lo stipendio decurtato di quasi mille euro al mese. Sedici macchinisti veneziani hanno presentato ricorso contro Trenitalia Spa ed hanno vinto. La sezione per le controversie di Lavoro del Tribunale di Venezia ha ritenuto infatti che alcune delle indennità di cui godono i macchinisti durante il loro servizio legato alla conduzione dei treni debbano essere retribuite anche nei periodi in cui sono in vacanza. In questo modo i sedici ferrovieri, almeno nel primo grado di giudizio, si sono visti riconoscere cifre arretrate che vanno mediamente dai diecimila ai trentamila euro. La sentenza emessa dal giudice Anna Menegazzo è la prima di questo tipo in Veneto e apre di fatto la strada agli altri ottocento macchinisti dipendenti di Trenitalia Spa in servizio nel solo territorio regionale tra trasporto regionale ed alta velocità.
COSA È SUCCESSO
Per capire cosa sia successo e perché il gruppo di macchinisti, difesi dagli avvocati Beniamino Nordio e Ivana Blonda, abbiano raggiunto il risultato a loro favore bisogna fare un passo indietro. La mansione del macchinista prevede le cosiddette Iup che altro non sono che le indennità di utilizzazione professionale.
IL RISULTATO
Il giudice del lavoro ha riconosciuto la validità, anche in periodo di ferie, di due indennità che sono quelle contenute negli articoli 31 e 77 e sono specifiche di questa mansione: consistono nella diaria, che ripaga il lavoratore del disagio legato all'assenza dalla residenza, e la condotta del treno con le attività accessorie alla guida che prevedono la presenza del macchinista presso l'impianto per eventuali necessità. Ha tralasciato invece tutte le altre, che vanno dal lavoro notturno all'utilizzo domenicale, perché non sono specifiche solo dei macchinisti. Il giudice ha quindi in parte accolto le richieste dei ferrovieri ricorrenti, partendo dal presupposto che «la retribuzione spettante per i giorni di ferie debba tendenzialmente garantire il mantenimento di quanto percepito nei periodi di presenza al lavoro, altrimenti il lavoratore potrebbe essere disincentivato dal fruirne ed in questo modo rinuncerebbe ad un diritto che è invece irrinunciabile». Tra i sedici ricorrenti veneziani, tutti macchinisti assunti alle dipendenze di Trenitalia Spa ed inquadrati al livello B1, la maggior parte è attualmente in servizio, mentre tre sono già in pensione.
«Una sentenza importante che riconosce un diritto costituzionalmente orientato - spiega Beniamino Nordio, avvocato difensore dei ferrovieri - perché l'altra faccia del diritto al lavoro è il diritto al ristoro delle energie psicofisiche anche attraverso l'utilizzo delle ferie. Cosa che assume un valore ancor più rilevante in un settore come questo in cui la sicurezza è fondamentale».
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Il Gazzettino