MESTRE - Oltre 35mila visitatori all'installazione Flying Bells nel chiostro dell'ex convento di via Poerio che diventerà l'area commerciale dell'M9 in poco...
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BURLE SOCIAL
C'è chi dietro a questa decisione ha visto motivi commerciali, chi di principio, chi l'ha presa come una presa in giro dell'identità di una città, chi ci ha ironizzato sopra. Fatto sta che in pochi giorni il profilo social ufficiale, oltre a commenti poco simpatici, ha visto nascere una sorta di imitazioni, più o meno serie, ironiche e creato anche un po' di confusione sul merito. Chi, come le associazioni e i comitati mestrini doc che ci credono, hanno deciso di fare dei passi concreti, di incontrarsi, di organizzare una manifestazione, di scrivere un documento e di chiedere prima di tutto il ritorno alla vecchia dicitura M9Mestre. «Questo è il nostro primo obiettivo che va al di là di ogni significato politico spiega Andrea Sperandio di Mestre Mia Purtroppo si sono innescati dei meccanismi che stanno solo danneggiando anche il tentativo di dialogo che abbiamo cercato di attivare con Polymnia e la Fondazione. Quelli che io definisco leoni da tastiera, bravi a polemizzare e scrivere, ma meno a fare e agire, hanno creato qualche imbarazzo. La nascita di pagine fake o comune in competizione con quella ufficiale dell'M9 hanno poi rallentato anche quel processo annunciato dallo stesso ad di Polymnia Valerio Zingarelli: cioè il cambio dal 26 dicembre del nome della pagina ufficiale Facebook da M9Venezia a M9».
LA PROTESTA
Una modifica che secondo fonti ufficiali potrebbe aver solo subito un ritardo e venire attivata dal 2 gennaio, ma che per Sperandio forse potrebbe non avvenire più. «Abbiamo fatto due riunioni e ne faremo una terza il 3 gennaio per decidere come procedere aggiunge Sperandio L'intenzione di organizzare una manifestazione, un corteo silenzioso che si concluda davanti l'M9 c'è ancora, ma non abbiamo ancora deciso la data. Potrebbe essere il 12 o il 13 gennaio. Poco importa se il chiostro è stato chiuso nel frattempo. Assieme a questa iniziativa c'è la stesura di un documento che consegneremo alla stampa e a Polymnia con una serie di considerazioni e richieste. Vogliamo sapere di più, vogliamo trasparenza sui contenuti, sul ruolo di Mestre su cosa andrà a riempire l'M9, sui meccanismi che si stanno innescando anche a livello commerciale che possono cambiare il futuro di questa città, intesa come la città di terraferma. Nessuno vieta che si coinvolga anche Venezia ma Mestre deve restare centrale in tutto il progetto e la sua comunicazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino