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BELLUNO - Per la prima volta il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla protezione degli allevamenti di bestiame dagli assalti degli orsi e dei lupi. Soprattutto questi ultimi costituiscono un problema molto sentito in Veneto: stando ai dati citati da un'interrogazione dell'eurodeputato leghista Gianantonio Da Re, dal 2017 al 2020 sono state 868 le predazioni registrate nelle province di Belluno, Treviso, Vicenza e Verona. Nella plenaria di Strasburgo però proprio la Lega ha votato contro, ritenendo il testo troppo morbido, anche se un autorevole esponente del partito qual è il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti è stato il primo ad esultare per l'esito del dibattito: «Sicuramente è solo un primo passo, ma finora non era mai stato ottenuto un risultato simile».
L'ATTO
Con 306 voti favorevoli, 225 contrari e 25 astensioni, in sintesi l'atto invita gli Stati membri e la Commissione Ue ad assistere le Regioni che si trovano a fronteggiare problemi di coesistenza con i grandi predatori, rivalutando in particolare le strategie di gestione del lupo e tutelando gli allevamenti delle aree montane, poiché i sistemi tradizionali di pascolo e di alpeggio sono vulnerabili ai crescenti attacchi.
IL CONTENIMENTO
Non si tratta soltanto di una sfumatura linguistica: non ritenere più il Canis lupus una di quelle «specie di fauna rigorosamente protette», per citare la normativa, significa consentirne la cattura. Non a caso Confagricoltura Belluno è soddisfatta: «È un provvedimento che attendevamo da parecchio tempo commenta il presidente Diego Donazzolo tanto che già due anni fa avevamo chiesto misure diverse per tutelare i nostri allevamenti. Ormai non ci speravamo neanche più: eravamo rassegnati all'idea di essere costretti ad abbandonare le nostre attività, di fronte a una politica assente. Per fortuna, dopo aver incessantemente alzato la voce, siamo arrivati a un primo risultato, che ora va seguito da azioni concrete, a livello nazionale, mirate a contenere la popolazione dei grandi carnivori».
L'INTESA
L'eurodeputato Alessandro Panza, responsabile per le politiche montane della Lega, avrebbe voluto di più e perciò ha sostenuto la contrarietà della sua compagine: «Tra i gruppi politici non si è trovata un'intesa per una risoluzione che desse l'indicazione alla Commissione per provare a cambiare passo rispetto all'approccio spesso ideologico, finalizzato a cercare di non disturbare troppo il lavoro della Commissione che prosegue in maniera esasperata verso un'idea di conservazionismo che stride totalmente con le necessità delle popolazioni locali». L'approccio di Ciambetti, che è anche componente del Comitato delle Regioni a Bruxelles, è invece improntato al pragmatismo: «Ci avevamo provato tante volte e non ci eravamo mai riusciti. Chiaro che è un punto di partenza, ma fondamentale per tutelare i cittadini delle fasce montane, collinari e pedemontane». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino