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MALBORGHETTO - Lupi e predazioni. Il sindaco di Malborghetto, Boris Preschern, si sta muovendo. Ha contattato forestali, sia statali che regionali, e sta predisponendo un dossier in base alle segnalazioni ricevute. Lo presenterà a giorni a chi si sta occupando del branco di lupi che si è insediato nel Tarvisiano, con lo scopo di chiarire eventuali mancanze o ritardi nella gestione delle catture, causa scatenante del clima di paura. L'assessore regionale Stefano Zannier assicura che Regione Fvg e carabinieri per la biodiversità di Tarvisio lavorano fianco a fianco da mesi per monitorare la presenza del branco e del presunto esemplare ibrido. Il lupo nero sarà catturato non appena sarà possibile farlo. Paolo Molinari (Progetto Lince), impegnato nel monitoraggio del predatore, ai suoi compaesani chiede pazienza: «È il branco meglio conosciuto di tutte le Alpi, sappiamo tutto di loro e siamo pronti a intervenire nel momento giusto. Ci sono norme da rispettare, tutto il resto è polemica». Da tre, forse quattro giorni, le predazioni hanno avuto una tregua, ma per due settimane trovare cervi sbranati poco lontano dalle case è stata la normalità a Valbruna, dove è successo anche a 30 metri dal nuovo parchi giochi, in Val Saisera e a Camporosso. Nei giorni scorsi il branco - che pare stia andando in dispersione - ha predato a Sant'Antonio, a Tarvisio.
LA MAMMA DI OLTREACQUA
Nella foresta di Tarvisio il lupo sta facendo il lupo.
GLI ULULATI
Anche Annalisa Supan, che vive a Oltreacqua, testimonia la predazione della scorsa settimana davanti alle sue finestre. «Alle 5 del mattino - racconta - li sentivano ululare. Io mi sono alzata alle 7.30 e nei prati vicino a casa, sulle neve, ho visto un animale scuro che mangiava la sua preda». Giulia Gorasso ha un'azienda agrobiologica. «Dovremo recintare per tutelare conigli e galline - spiega - Abbiamo trovato sangue e peli anche davanti alla porta di casa, non possiamo convivere con i lupi. Ai clienti io consiglio sempre di non inoltrarsi nel bosco. Qua sono venuta per la prima volta nel 1949, non c'erano né cervi né lupi perché, dicevano i vecchi, Maria Teresa d'Austria voleva che il Tarvisiano fosse vocato all'agricoltura. E adesso?». Molinari sottolinea che la situazione che si sta vivendo adesso nel Tarvisiano è la stessa che 26 anni fa, quando è arrivato il lupo dall'Appennino, si è vissuta in Liguria e poi in Piemonte. «Noi - rassicura - prendiamo sul serio le paure della popolazione, ma dobbiamo renderci conto che le Alpi sono un sistema antropizzato e le paure ancestrali non ci aiutano».
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Il Gazzettino