Visite specialistiche da recuperare: quasi 18mila in attesa di un appuntamento

Quasi 18mila le visite da recuperare nella Marca
TREVISO - Sono 17.800 i trevigiani che stanno attendendo l’appuntamento per una visita specialistica. L’Usl della Marca li ha inseriti nella lista delle prestazioni...

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TREVISO - Sono 17.800 i trevigiani che stanno attendendo l’appuntamento per una visita specialistica. L’Usl della Marca li ha inseriti nella lista delle prestazioni non urgenti “galleggianti”. Cioè le domande che sono state prese in carico ma per le quali non è ancora stato possibile fissare una data. Più 4.462 interventi chirurgici, anche questi non urgenti, da recuperare. L’emergenza Covid ha inevitabilmente allungato le liste d’attesa. L’onda lunga si fa sentire anche oggi. E a questa si aggiunge l’esplosione delle richieste di visite dopo la grande paura per il coronavirus. In tre mesi l’Usl ne ha registrate oltre 40mila in più rispetto allo stesso periodo del 2019, quando l’epidemia ancora non c’era. Una tempesta perfetta per il sistema sanitario.


TEMPI D’ATTESA

A conti fatti, in questo momento il 10% delle prestazioni non rispetta i tempi massimi. Fermo restando che le urgenze e le visite entro 10 giorni sono sempre garantite, attualmente per una visita dermatologica da fare entro 30 giorni si può arrivare ad attendere 3 mesi, giusto per citare una delle specialità più in difficoltà, anche a causa della carenza di medici. Ci sono pochissimi dermatologi. E una parte sceglie di operare solo nel privato puro. «Questo è un problema generale – dice Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – nel pubblico i medici prendono qualcosa come 2.500 euro al mese. Nel privato si parla dai 4mila euro in su. Senza contare che perdiamo anche professionisti per i quali si investono fino a 200mila euro nei primi cinque anni di formazione. Mi auguro che possa esserci una riflessione a livello nazionale».


RECLUTAMENTO DIFFICILE

Anche la pneumologia fatica: dopo essere stata in prima linea contro il Covid, ora si scontra con la pesante mancanza di specialisti. Le assunzioni sarebbero immediate. Il fatto è che mancano proprio i camici bianchi. «Abbiamo fatto un bando per coprire 10 posti – rivela Stefano Formentini, direttore sanitario dell’Usl – e abbiamo trovato 2 specialisti». Per quanto riguarda la radiologia le domande crescono in modo esponenziale. Tra l’altro non sempre in modo appropriato. E non a caso il privato si sta attrezzando in particolare su questo fronte. Per la gastroenterologia si è in grosse difficoltà soprattutto a Montebelluna. Ma a livello generale il recupero è già partito. L’Usl sta facendo l’impossibile per ridurre le attese. «Partivamo da 40mila visite rinviate dopo l’esplosione dell’epidemia da Covid nel 2020 – fa i conti il direttore generale – oggi abbiamo già recuperato l’89% delle visite del 2021 (ne mancano 1.777, ndr). Ed entro la fine di quest’anno ci rimetteremo in pari».


L’IMPENNATA

Il punto è che non basta recuperare il pregresso. Con la fine dell’emergenza Covid, infatti, le richieste di visite, spesso di controllo, sono schizzate alle stelle. Tra febbraio e aprile l’Usl ne ha contate 40.546 in più rispetto allo stesso periodo del 2019 solo negli ambiti della cardiologia, dermatologia, pneumologia, gastroenterologia e radiologia. Si toccano aumenti del 20%. «Dopo l’emergenza molte persone hanno chiesto visite per le quali prima avevano atteso. Non solo a causa della riduzione delle attività, ma anche perché non se la sentivano di venire in ospedale – sottolinea Benazzi – ora ci muoviamo su due binari: il recupero delle prestazioni che erano state rinviate e la necessità di dare risposte alle nuove richieste». Tra le domande in attesa, tra l’altro, ci sono anche quelle riguardanti pazienti che non accettano di andare negli ambulatori di Motta di Livenza o Valdobbiadene. «Con le risorse che in alcune specialità sono addirittura inferiori rispetto al passato – aggiunge Formentini – ci ritroviamo a dover affrontare una domanda decisamente maggiore». Benazzi invita tutti a comprendere le difficoltà. Lo sforzo è titanico. E l’obiettivo resta quello di rispondere a tutti facendo scendere il numero delle nuove visite specialistiche in attesa tra le 3mila o le 4mila già entro la fine di quest’anno. 

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Il Gazzettino