Talento e passione, Lino Toffolo e «...quello strambo come te»

Lino Toffolo visto da Matteo Bergamelli
Il talento c'è sempre stato, la passione non è mai venuta meno. Per questo Lino Toffolo (1934-2016) ha avuto fino all'ultimo un foltissimo gruppo di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il talento c'è sempre stato, la passione non è mai venuta meno. Per questo Lino Toffolo (1934-2016) ha avuto fino all'ultimo un foltissimo gruppo di estimatori. Per questo e per un altro motivo fondamentale: non tradendo mai se stesso, non ha tradito mai Venezia. E i veneziani lo hanno ricambiato con un grande amore, che ha portato prestissimo all'intitolazione di un ponte e di un teatro nella sua Murano, a meno di un anno dalla sua scomparsa.


Figlio di un maestro vetraio, cominciò poco più che ventenne a recitare a teatro e a comporre canzoni in lingua veneziana, finché fu notato da due produttori Rai che gli proposero di partecipare a una trasmissione radiofonica regionale allora molto ascoltata: El Listòn, con Sergio Cesca.
Una seconda svolta arrivò nel 1963, quando fece la comparsa in uno spot pubblicitario con Alberto Lupo, che lo notò e gli disse: Perché non vieni a Milano? Al Derby c'è uno che è strambo come te, che devi conoscere. Lo strambo che si esibiva nel noto locale milanese era Enzo Jannacci (ma in quel periodo vi erano anche Bruno Lauzi e Franco Nebbia, e poi arriveranno Cochi e Renato), col quale Lino Toffolo strinse un legame fortissimo, destinato a durare per sempre.
Nel frattempo lui si era già sposato con Carla Ongaro, che gli darà tre figli: Paolo, Luisa e Anna. Forse è questo, forse è l'amore viscerale per la laguna (oppure le due cose assieme) che spingono l'attore veneziano a non abbandonare mai la sua Venezia, se non per brevi periodi.
Sebbene lontano dai grossi centri di produzione di Roma e Milano, il successo gli arride in ogni campo: in quello musicale, dove alterna la composizione di canzoni in lingua veneziana come Na brombola impissada o Gastu mai pensà (canzone d'amore che colpisce Jannacci al punto da tradurla in italiano e inserirla come Hai pensato mai nel suo album Vengo anch'io. No, tu no) fino al successo universale con Johnny Bassotto, sigla di un programma domenicale scritta da Bruno Lauzi e Pippo Caruso.
Ma anche nel cinema, dove partecipa a film di Pasquale Festa Campanile, Mario Monicelli (Brancaleone alle crociate), Adriano Celentano (Yuppi du), Dino Risi (Telefoni bianchi), Pier Francesco Pingitore e molti altri. La televisione gli dona ugualmente una grande notorietà: vi compare assieme a Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Alighiero Noschese, Paolo Villaggio, Cochi e Renato, Mara Venier. Per alcuni anni lavora come conduttore in alcuni giochi a quiz televisivi.
Ma di fatto non abbandonerà mai il suo primo amore, il teatro. Nel 1993 torna a calcare le scene, interpretando Sior Tonin Bonagrazia di Carlo Goldoni, spingendosi poi a sperimentare l'operetta e finendo per divenire voce recitante in Pierino e il lupo di Sergei Prokofiev, Histoire du soldat di Igor Stravinski (di cui cura anche la regia) e Peer Gynt di Edvard Grieg. È lui stesso autore di alcune commedie, tra cui Gelati caldi, Fisimat e Lei chi è. Nel 2006 realizza un suo film, Nuvole di vetro, girato interamente in lingua veneta.

Per Il Gazzettino, fino all'ultimo, ha curato la rubrica settimanale DomenicaLino. È morto per un infarto nel maggio del 2016 mentre stava in famiglia, a Murano, dove aveva scelto di rimanere per sempre: amato, immediato, portatore di una apparente semplicità che nascondeva una profondità inconsueta e di una passione che non ha mai tradito.
Alberto Toso Fei Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino