ADRIA - “Stop accordi con la Libia” e “Cantiere Vittoria kills people” gli slogan che una cinquantina di manifestanti dei centri sociali del Nord-Est hanno...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
FORNITURE MILITARI
I cantieri sono stati “sanzionati” dai centri sociali, questo il gergo usato dagli attivisti, in quanto costruttori di incrociatori destinati all’uso militare in Libia. Ragioni economiche lecite per la legge, sancite dagli accordi Libia-Italia e confermate dagli accordi resi noti a livello internazionale nell’ultima settimana e validi per i prossimi tre anni, ma non eticamente tollerabili per gli esponenti dei centri sociali veneti. «Il Cantiere Navale Vittoria ha le mani sporche di sangue - gridavano gli attivisti al megafono -. È il sangue delle persone migranti torturate, violentate e abusate nei lager libici, tenute segregate dai trafficanti e dalle milizie libiche, in collaborazione con la stessa guardia costiera libica che in questi anni ha ricevuto motovedette e addestramento dall’impresa veneta».
CINQUE FERMATI
L’incursione dei centri sociali è stata terminata dall’intervento delle forze dell’ordine che ha causato il fuggi fuggi generale. Su una cinquantina di manifestanti, cinque giovani tra i 25 e i 30 anni sono stati bloccati dalla Polizia e denunciati a piede libero dal personale del commissariato di Adria. Nelle auto dei manifestanti, perquisite dalla Polizia, sono state trovate tute bianche da tinteggiatori, vernice rossa, maschere antigas e altro materiale utilizzato per manifestare in modo illecito. Per tutti i giovani fermati si configura il quadro di manifestazione non autorizzata e di imbrattamento; inoltre per due di loro, ad aggravare la situazione c’è anche la resistenza a pubblico ufficiale. Sul fatto è intervenuto a caldo anche il sindaco Omar Barbierato: «Esprimo solidarietà alla proprietà dei Cantieri Navali Vittoria per quanto subito. Esistono altri strumenti per dimostrare in modo democratico le proprie ragioni o proposte». Un paio d’ore dopo la manifestazione, il personale addetto era già al lavoro per pulire i resti lasciati dalla protesta.
«Il blitz è un gravissimo attacco ad un settore trainante dell’economia italiana ed a un luogo dove si producono alcuni dei mezzi militari italiani». La denuncia arriva dal deputato e segretario regionale di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo. «Siamo di fronte all’ennesimo esempio di democrazia, lanciato da persone che non rispettano il lavoro e le idee di chi non la pensa come loro. Non è imbrattando e attaccando di nascosto un’impresa che si alza il livello del dibattito politico». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino