Morta per dare alla luce la figlia: «Tu mi hai scelto, sono fortunata»

Elena Furlan
SANTA MARIA DI SALA - Un cuoricino di rose rosse, che poi è stato posto sulla bara, e tanti fiori bianchi hanno accolto l'arrivo di Elena Furlan, la mamma di 36...

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SANTA MARIA DI SALA - Un cuoricino di rose rosse, che poi è stato posto sulla bara, e tanti fiori bianchi hanno accolto l'arrivo di Elena Furlan, la mamma di 36 anni morta dopo aver partorito, nella sua chiesa di Caselle de' Ruffi. Tanta gente che l'ha conosciuta e stimata in chiesa per l'ultimo saluto a madre-coraggio, come ormai tutti la definiscono. «Grazie Elena - ha detto don Lucio- per l'esempio che ci hai dato, da capire e da imitare». A seguirla nel viaggio dall'ospedale di Mirano a Caselle, e poi in chiesa, c'erano tutti i familiari, dalla mamma Marisa a papà Paolo, dal compagno Natale al fratello Alessandro e alla cognata, tutte persone che durante la malattia non l'hanno lasciata sola un istante. Appena arrivata in chiesa la salma di Elena, morta sabato scorso per un tumore all'utero e che ha saputo rinunciare alla sua vita pur di salvare quella della figlia Maria Vittoria, c'è stato un andirivieni di persone accorse per renderle omaggio e per stringersi attorno alla famiglia.

Il momento più toccante quando il fratello di Elena, Alessandro, ha letto la lettera che la mamma aveva scritto alla figlia durante la degenza in ospedale, poco prima di morire: «Piccola mia ho deciso di scriverti una lettera, poi chissà, forse te la leggerà la nonna o magari un giorno la leggeremo insieme. Quante cose vorrei dirti, anche se tante te le ho già dette dal primo giorno che ho saputo che mi avevi scelta ed eri dentro di me. Ero così orgogliosa: contro ogni legge medica tu comunque avevi scelto me e ho pensato: “Allora sono una persona speciale se vuole me”. Io e te, unite, abbiamo lottato come leonesse e abbiamo vinto, tu hai vinto su tutto. Amore mio, da quando ci sei tu è come se avessi iniziato a vivere per la prima volta, certe emozioni non le avevo mai provate e a volte penso: che triste sarebbe stato se tu non fossi mai arrivata, perché non avrei mai capito cos’è vivere veramente, amare qualcuno sopra ogni cosa. Ti amo figlia mia, amo il tuo sorriso, amo cantarti canzoncine buffe senza vergognarmi, amo farti i balletti perché so che ti diverti. Amo baciarti, ti bacerei sempre, amo ogni tuo piccolo progresso e conquista. Tornerò presto piccola, ricominceremo e cresceremo insieme. Ti amo infinitamente.

La mamma che hai scelto».
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Il Gazzettino