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LENDINARA - La moschea non si farà, quanto meno non nel capannone di via Marchefave in cui l’associazione islamica locale avrebbe voluto traslocare le proprie attività. È quanto emerge dal carteggio intercorso tra il consigliere comunale di opposizione Fabrizio Pavan e il Comune, dal quale risulta che la richiesta di poter far diventare l’ex fabbrica un luogo di preghiera per i fedeli musulmani non abbia avuto esito positivo. Da anni l’associazione Assalam ipotizza di spostare le proprie attività dall’attuale centro culturale in via Petrarca e rivelatosi insufficiente quanto a spazi, in un immobile più ampio che possa diventare un vero e proprio luogo di culto per chi professa la fede islamica.
L’ACQUISTO
Lo scorso anno è stato acquisito un capannone artigianale in via Marchefave, quello in cui fino all’inizio del 2021 una ditta locale produceva uova di cioccolato e torroni, e in autunno è stata presentata al Comune una richiesta per cambiare la destinazione d’uso dell’immobile.
VETO TECNICO
Il sindaco Luigi Viaro, che si occupa anche dell’assessorato alla Pianificazione territoriale, a margine spiega che semplicemente la richiesta, evidentemente, non è stata accolta sotto il profilo prettamente tecnico. «Ogni istanza per un cambio di destinazione d’uso viene dapprima valutata dal tecnico sotto il profilo dell’accoglibilità alla luce di normative, regolamenti e norme urbanistiche vigenti». Sembra quindi archiviata l’ipotesi della nascita di una moschea, quanto meno nell’immobile di via Marchefave acquisito a tale scopo. Sul tema parte della maggioranza consiliare si era già espressa qualche mese fa, in particolare il consigliere delegato all’Urbanistica Davide Bernardinello, esponente dei Civici indipendenti, e il consigliere Loris Tietto che rappresenta Impegno civico per Lendinara, gruppo del sindaco Luigi Viaro, erano intervenuti per sottolineare che il cambio di destinazione d’uso non sarebbe stato possibile per le norme urbanistiche comunali.
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Il Gazzettino