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VENEZIA - Un appello a chiunque possa fare qualcosa per risolvere lo stallo legato alla carenza di personale nel settore della ristorazione. L'Aepe, associazione degli esercenti pubblici, chiede di andare oltre i limiti che la legislazione impone, facendo sì che possa lavorare anche chi sia in possesso del solo visto turistico. Un provvedimento, spiega Ernesto Pancin, che servirebbe a «risolvere il dramma della mancanza di personale».
Emergenza lavoro nella ristorazione
«Sono poche le imprese che non necessitano di collaboratori. Il personale è vitale al fine di offrire servizi di qualità». Il segretario entra nel nocciolo della proposta: «Chi ha il visto turistico non può lavorare, chi ha il visto per studio può lavorare part time e per un massimo di ore in un anno, ora, vista l'emergenza, si dovrebbe permettere il lavoro anche alle fasce che oggi non sono disponibili». La proposta è frutto di un dialogo a più livelli, continua Pancin: «Ci siamo rivolti a più interlocutori, prefettura, centro per l'impiego e comunità straniere, stiamo cercando di sollecitare le istituzioni pubbliche per fare una giusta pressione al fine di superare le norme, oggi troppo rigide». L'operatività delle aziende è a serio rischio: «Sollecitiamo affinché ci sia un intervento politico che possa facilitare le norme, un provvedimento magari tampone, che duri fino a fine anno, che allarghi le maglie che oggi imbrigliano il mondo del lavoro». Per l'associazione di categoria, il personale potrebbe così rendersi disponibile: «Gente che vuole lavorare ce n'è, ma non è in possesso dei requisiti per farlo, ecco che una soluzione d'urgenza potrebbe consentire di far agilmente fronte all'emergenza. Una volta passata la buriana, allora si potrebbe anche pensare a soluzioni strutturali».
L'obiettivo è quello di consentire all'imprenditore di esercitare la sua funzione, smuovendo un'economia che per anni è stata in stallo: «Il tema, all'apparenza di semplice soluzione per la mentalità di un imprenditore, si complica laddove la sua soluzione è obbligatoriamente delegata a varie istituzioni pubbliche, frenate nella loro operatività da inflessibili regole legislative».
Il Gazzettino