TREVISO Era rientrato a casa ma una volta aperta la porta d’ingresso ha subito percepito che c’era qualcuno all’interno e l’ha istintivamente richiusa....
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LA DINAMICA
I ladri sono entrati in casa, scassinando la finestra della cucina, al piano terra: il colpo si è consumato nel tardo pomeriggio di giovedì. I malviventi, forse approfittando del fatto che il sistema d’allarme fosse spento, hanno messo a soqquadro l’intera abitazione, scassinando ben due casseforti. Una vera e propria razzia. Quando l’esponente leghista è rincasato, ha subito compreso, con grandissima freddezza e lucidità, che la “visita” dei ladri era ancora in corso. I malviventi sono stati traditi dagli “attrezzi del mestiere”: stavano utilizzando un flessibile che propagava nell’aria fumo, polvere e un odore inequivocabile. Sparite dall’interno ben tre pistole ad uso sportivo, legalmente detenute, oltre duecento tra proiettili e munizioni, circa 6mila euro in contanti e altri oggetti preziosi. I ladri, si ipotizza, avrebbe studiato le abitudini del 70enne, decidendo di entrare in azione nel tardo pomeriggio, credendo di essere al sicuro da eventuali intromissioni: una volta in casa hanno rovistato ovunque con lo scopo di scovare le casseforti nascoste, poi scassinate. L’ex sindaco di Treviso, tornato a casa anzitempo rispetto al piano architettato dai malviventi, ha rischiato di trovarsi letteralmente faccia a faccia con i ladri che dopo aver capito di essere stati scoperti, si sono allontanati senza neppure dargli il tempo di abbozzare una minima reazione. Gobbo, ovviamente scosso per l’accaduto, ha chiamato poco dopo i carabinieri, riferendo quanto era avvenuto.
LA SORPRESA
«Sono cose che capitano - ice sconsolato l’ex sindaco - e vedo che sta capitando un po’ dappertutto. Quando sono arrivato a casa erano dentro, sono subito uscito dopo aver aperto la porta, vedevo del fumo e percepivo nell’aria l’odore della polvere di ferro. Così ha istintivamente richiuso. Dopo poco ho sentito che se ne andavano dalla porta della camera da letto. Abito al piano terra e loro sono entrati dalla porta della cucina: purtroppo l’allarme era inattivo». Se Gian Paolo Gobbo fosse rientrato in casa solo qualche minuto prima la situazione avrebbe potuto essere certamente più pericolosa:«Non ero distante, ero in giro nei paraggi -racconta - alle 19.20 circa sono tornato perché avevo sentito dei rumori. Loro, quando hanno sentito la porta aprirsi, se ne sono andati: l’ho subito richiusa, so bene come funzionano queste cose». Poi, una volta andati i via i ladri, è rimasto il caos e lo choc per il furto subito, per la violazione della propria casa, della propria intimità. «C’è grande amarezza, cose che rompono la tranquillità». Spetterà ora ai militari dell’Arma indagare sull’episodio. Fondamentale per l’indagine potrebbe essere l’analisi delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona: gli occhi elettronici potrebbero aver immortalato i malviventi in fuga o le auto utilizzate. Quale il destino delle armi rubate a casa Gobbo? Potrebbero essere rivendute sul mercato nero oppure venire utilizzate per mettere a segno reati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino