PADOVA - Un sogno infranto. Avevano ottenuto il contratto a tempo indeterminato all'inizio dell'anno scolastico, ma con tutta probabilità 370 maestri padovani...
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A raccontare come stanno vivendo questa situazione sono Bernardina Brodella, 38 anni madre di due bambini, Mara Avenia, 36 anni e con tre figli, e Chiara Pizzamano, 37 anni e due bimbi a casa. Sono arrabbiate e demoralizzate perché dopo anni e anni di contratti precari, pensavano di aver trovato la stabilità. Invece nulla. «Quando ho avuto la notizia che sarei stata assunta a tempo indeterminato non ho nemmeno potuto gioire - spiega Chiara, che non si era illusa nemmeno per un momento di poter mettere la parola fine alla sua storia infinita - Sapevo, come le mie colleghe, che il futuro era legato alla sentenza dell'adunanza plenaria. Eravamo contente, ovviamente, ma il pensiero era sempre a quello che sarebbe potuto succedere. Ed è effettivamente successo, alla fine».
INSICUREZZA
Una sensazione di insicurezza che ha influenzato ancora le scelte personali e della famiglia: «Tanto per dire - continua Chiara - dovevo comprarmi l'auto nuova che mi sarebbe servita per andare a lavorare, ma non l'ho fatto perché temevo sarei potuta rimanere a casa da un giorno all'altro».
UNA DOCCIA FREDDA
Una manciata di giorni prima di Natale, ecco la doccia fredda: «Proprio un bel regalo - evidenzia Bernardina, anche lei relegata da una vita nelle graduatorie a esaurimento - Sono indignata per come siamo trattate. Hanno fatto il passo più lungo della gamba, offerto contratti a tempo indeterminato senza sapere se si potesse fare davvero. Alla fine, dopo questa sentenza, sapete cosa succederà? Che torneranno a chiedere sempre a noi diplomate magistrali di coprire i buchi, perché non ci sono abbastanza laureati in Scienze della Formazione per poter garantire l'insegnamento ai bambini della primaria. Le università di Padova e Verona ne sfornano circa 400 all'anno e non bastano a coprire i diplomati magistrali del Veneto».
COSA SUCCEDERÁ?
Ora chi aveva in mano il contratto a tempo indeterminato dovrà fare finta di nulla e continuare a insegnare finché non saprà cosa succederà. Anche se è facile prevedere la conclusione di tutto questo: «Il pensiero va ai nostri alunni, che non avranno continuità nell'insegnamento - sottolinea Mara - Noi probabilmente perderemo il posto a giugno, ma visto che non ci sono insegnanti in graduatoria, chiameranno di nuovo noi a settembre. Non per un tempo indeterminato ma per una supplenza annuale. Per lo Stato siamo idonee solo a un contratto precario evidentemente. Intanto chi ci rimette sono i bambini nel momento più fondamentale della loro crescita».
TUTTO IN SOSPESO
«La precedente sentenza del Consiglio di Stato era stata positiva per i 2.300 ricorrenti. E questo ci aveva rassicurato. Poi questa batosta - chiude Chiara - che ci ha veramente abbattute. Ci siamo impegnate fino ad ora, in quest'anno di prova, non pensando a quel che ci sarebbe successo, ma ai bambini che seguiamo. La sentenza a ridosso del Natale ha messo in crisi numerose famiglie che stavano facendo progetti per il futuro. Stavamo iniziando a dare un indirizzo preciso alle nostre vite, finora rimaste in sospeso, invece va tutto di nuovo all'aria. Io ho iniziato a insegnare da 17 anni, ho una preparazione per fare questo mestiere e tutto questo non è stato valutato. Ho studiato, mi sono impegnata ogni giorno, ho fatto il mio lavoro nel migliore dei modi, per me, ma soprattutto per i bambini».
Marina Lucchin
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Il Gazzettino