Il sindaco: «Droga e violenza, ma gli spacciatori sono intoccabili»

Il sindaco: «Droga e violenza, ma gli spacciatori sono intoccabili»
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JESOLO - Domanda e offerta, componenti inscindibili della legge di mercato. E a Jesolo, dove pulsa il cuore della movida, sono le due facce della stessa medaglia. Un fenomeno genera l'altro, e chi vi finisce in mezzo non sembra gradire granché. Da un lato il clima di festa dei giovani che, in alcuni casi, degenera ai limiti del tollerabile, dall'altro le sentinelle della droga, pronte a intervenire per soddisfare le esigenze di una clientela alla ricerca di una serata da leoni. Un fenomeno consolidato anche per il sindaco Valerio Zoggia che sembra arrendersi all'evidenza: «Quello dei pusher è un problema reale, ma non riusciamo a bloccare questa gente: girano con poca roba e diventano intoccabili». La droga in sé, però, da mercoledì paradossalmente sembra un problema marginale,  confronto ai danni collaterali che possono derivare. Che uno spacciatore possa arrivare ad adescare una ragazzina di 15 anni in pieno centro, e riuscire ad abusare di lei per due ore mezza tra sdraio e ombrelloni, come avvenuto l'altra notte, è un episodio che cambia decisamente il livello di allerta. 


FESTE E ADDII AL CELIBATO
La gente, qui, viene per divertirsi. L'imperativo è esagerare: vuoi per il fine settimana, tappa immancabile dei giovani di tutta la provincia (ma il fascino della notte jesolana raccoglie proseliti anche da aree oltre i confini della regione) vuoi per le vacanze. Piazza Mazzini è il regno degli under 30, con un ruolo da protagonista degli under 20. Capannina Beach, Gasoline, Mucho macho: i locali raccolgono centinaia di giovani. Sono sempre pieni, lavorano a ciclo continuo. E poi ci sono le feste dei chioschi. Testa di serie in questa particolare categoria il tradizionale Mortazza party, ormai un'istituzione per i frequentatori del chiosco Mercedes, raduna a ogni appuntamento almeno 2mila persone. Le feste della Capannina, al weekend, che proseguono fino a notte fonda, sono sempre un successo da tutto esaurito e i numeri sono più o meno gli stessi. Poi ci sono gli addii al celibato, che sono comunque sensibilmente diminuiti dopo la politica di rigore del Comune della polizia locale, che a suon di multe e ordinanze hanno convinto il popolo dei futuri mariti a cambiare destinazione per le follie pre-fiori d'arancio. La domanda, a questo punto, è una sola: dove si concentra l'esercito della Movida a festa finita? La risposta è sempre la stessa: a piazza Mazzini. E non sono pochi. Parliamo di circa diecimila persone che, dall'una alle cinque del mattino, si riversano tra l'arenile e via Bafile. E dove l'alcol sgorga a fiumi, i problemi sono dietro l'angolo: risse, violenza, bottiglie contro le case, escrementi e vomito nei giardini privati. Non a caso, i residenti, tre anni fa raccolsero oltre 700 firme da allegare a un esposto in procura. «I più scatenati di solito sono i nostri - dice Andrea De Zotti, barista del bar Roma - i veneti che scelgono Jesolo per la festa, soprattutto nel fine settimana. Poi ci sono i turisti, che spesso si adeguano al livello alcolico e non mancano di far sentire la loro presenza». 

SPACCIO AL DETTAGLIO
Giovani, divertimento, trasgressione da fine settimana. Terreno più fertile, per gli spacciatori, non potrebbe esserci. È un'altra clientela rispetto a quella della stazione di Mestre: lì gli acquirenti sono, per la maggior parte, tossicodipendenti alla ricerca di eroina, possibilmente quella gialla. Più pura, più potente (e più letale) di quella tradizionale. A Jesolo la tendenza è un'altra. Qui si cerca una droga che amplifichi il divertimento, non che annichilisca. E, soprattutto, uno stupefacente alla portata di una clientela più vasta possibile: quindi marijuana, hashish e cocaina. Pastiglie e affini in quantità residuale. Gli spacciatori aspettano il momento migliore per poter piazzare la merce e poi corrono a rifornirsi.

«FENOMENO CONSOLIDATO»

Il fenomeno è consolidato e il sindaco, Valerio Zoggia, allarga le braccia. «Il problema c'è ed è innegabile - spiega - eppure quest'anno i controlli sono anche aumentati. Cercheremo di potenziarli ancora nelle ore notturne, gli spacciatori a Jesolo rischiano di compromettere l'immagine della città. Il problema - continua - è che è difficile colpire queste persone. Viaggiano con dosi minime, poco più dell'uso personale, e dopo averla venduta corrono a rifornirsi». Poi c'è la questione della clientela. «Stiamo pensando a un metodo per andare a colpire anche quella e togliere così ossigeno all'offerta». 
D.Tam. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino