Italiani rapiti: Danilo, il bellunese scappato due volte agli agguati

Danilo Calonego, il bellunese che conosce il deserto
SEDICO - Ha trascorso gran parte della sua vita in Libia, con una brevissima parentesi in Laos sempre per lavoro, Danilo Calonego, 68 anni, nato nel bellunese, a Sedico, ma...

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SEDICO - Ha trascorso gran parte della sua vita in Libia, con una brevissima parentesi in Laos sempre per lavoro, Danilo Calonego, 68 anni, nato nel bellunese, a Sedico, ma residente - secondo la sua pagina Facebook - da qualche anno a Marrakech, rapito assieme a un altro italiano, Bruno Cacace, di Cuneo, e a un canadese.




Calonego, in uno dei suoi rientri in Italia, aveva raccontato la sua storia di immigrato in terra libica, dal 7 febbraio 1979. In quell'occasione, sul finire dell'estate di due anni fa, aveva parlato di una viaggio avventuroso nel deserto per raggiungere l'Algeria dopo la guerra e la caduta di Gheddafi assieme a un compagno di lavoro - «85 chilometri nel deserto libico e poi siamo entrati nella terra di nessuno» - con il rischio di trovare «predoni e terroristi».

«Ben che ti vada - aveva detto, manifestando la volontà di raccontare le sue storie in un libro visto che aveva annotato tutti i suoi anni lontano dall'Italia in una montagna di agende - ti rubano tutto e ti picchiano. Anche il nostro autista, un tuareg, aveva paura». Quei 15 chilometri nella «terra di nessuno» gli erano sembrati un'eternità. Poi l'arrivo alla frontiere algerina, gli aiuti ricevuti, il riuscire a raggiungere l'aeroporto di Janet per prendere un volo per Algeri. Da li, in aereo fino a Roma, poi Venezia, poi le sue Dolomiti.


Nell'ottobre del 2014 era sfuggito a due imboscate da parte dei predoni del deserto ma in Libia, dopo un breve periodo a casa, nel bellunese, aveva voluto ritornarci quasi subito. All'agguato di ieri però, Danilo Calonego, 68 anni di Peron di Sedico, non è riuscito a fuggire ed è stato rapito ieri mattina a sud della Libia al confine con l'Algeria con un altro italiano, il piemontese Bruno Cacace, e un canadese dipendenti di una società che lavora per l'aeroporto di Ghat. «La Libia è tremenda dopo Gheddafi - diceva due anni fa - un disastro». Giramondo per vocazione Calonego aveva iniziato a lavorare come apprendista meccanico a Sospirolo (Belluno) per poi trasferirsi per dieci anni in Svizzera e quindi nel 1979 in Libia. Il meccanico bellunese si è sposato due volte - come indicano i quotidiani locali - dalla prima moglie ha avuto due figlie e una terza figlia dalla seconda moglie, una marocchina. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino