Belle, giovani, sexy e provocanti. Pure troppo per non insinuare in chi sta dall'altra parte la punta di un dubbio. E invece c'è chi abbocca e all'amo ci finisce con...
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Ecco come funziona. Tutto ha inizio con un primo contatto via Facebook. Alla voce «richieste d'amicizia» compare all'improvviso il profilo di una donna. Giovane, carina e avvenente, nel 99% dei casi straniera: la nuova amica telematica ha tutte le carte in regola per sedurre e in tanti l'amicizia l'accettano con il sorriso sulle labbra. Non sanno, però, di star compiendo il primo passo verso l'attivazione del sistema di ricatto. A quel punto, infatti, la bella ragazza inizia a scrivere: «Ciao, sei molto bello, voglio conoscerti». Di solito la conversazione inizia così, con quei complimenti che accelerano il battito dell'uomo in cerca d'avventure. Ma è un altro passo verso il labirinto. Subito dopo, infatti, ci si trasferisce su Skype, dove la ragazza in questione fa bella mostra di sé tramite una webcam. È questo il teatro dell'estorsione.
A quel punto la ragazza chiede al malcapitato di masturbarsi di fronte alla propria immagine, ma all'insaputa di quest'ultimo registra tutto. Poi esce allo scoperto: «Adesso dammi 500 euro o il video verrà pubblicato». E addio privacy, dignità e in casi estremi famiglia. Il 90% dei ricattati sceglie di pagare (si predilige il money transfert internazionale, semplice e anonimo), ma dopo pochi giorni si ritrova di nuovo a contatto con la bella ragazza. «Dammi altri soldi, almeno 200 euro, oppure pubblico tutto» ripete l'autrice del ricatto. A quel punto spesso scattano le denunce: da agosto - sono dati forniti dalla polizia postale di Pordenone - ne arrivano almeno due al giorno, per un fenomeno in costante crescita. E le indagini hanno già mosso i primi passi: il 90% dei trasferimenti di denaro finirebbe infatti in Nigeria, facendo propendere gli inquirenti per la presenza di un basista. Insomma, donne davvero fatali. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino