Marocchina-padovana inventa l'Instagram arabo: è un top mondiale

Fatna El Hamrit
PADOVA - L'idea è la stessa cha ha portato social come Instagram ad avere milioni di utenti in tutto il mondo. Solo che in The Shukran, l’app inventata da...

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PADOVA - L'idea è la stessa cha ha portato social come Instagram ad avere milioni di utenti in tutto il mondo. Solo che in The Shukran, l’app inventata da un’ex studentessa di mediazione linguistica dell’Università di Padova e ora dipendente di un ufficio tecnico della città del Santo, al posto dei “like” – i “mi piace” – c’è una manina aperta che sta per la parola “grazie”, che in arabo si dice “shukran”.


Eccolo lì, quindi, il nome del social della fotografia messo in piedi da Fatna El Hamrit, 29 anni, marocchina e in Italia da quando ha tre anni. Un’idea la sua, realizzata con altre cinque persone sparse un po’ in giro per l’Italia, che ha ottenuto il successo sperato. Mercoledì “TheShukran” con i suoi 400mila utenti è stata inserita da Google Play tra le cinquanta app più scaricate al mondo.

LA NOVITÀ
«L’idea ci è venuta nel 2015 – spiega Fatna al telefono - e dopo anni di test e di altro è nata la nostra vesta grafica, che è quella che abbiamo oggi. Il vero lancio è avvenuto a ottobre 2017. Da quel momento realmente attivi. Il nome mischia l’articolo inglese “the”, cioè “il” alla parola araba “shukran”, cioè “grazie”. Vogliamo che chi posta foto non subisca un giudizio dato con il “mi piace” ma venga ringraziato dagli altri utenti per aver condiviso un momento della propria vita, per aver fatto vedere agli altri qualcosa di bello, che gli altri utenti non possono vedere o si sono persi per strada». Le foto sono le più generiche, non ci sono indicazioni (oltre a quelle della decenza e del senso comune, ma quello dovrebbe esserci sempre, ndr). La cosa che differenzia e attira dell’app è proprio il nome. «E’ un’app aperta al mondo –racconta ancora Fatna – ma si trova maggioranza di utenti dei paesi arabi. Era a loro che si rivolgeva soprattutto l’idea: in questi anni il mondo arabo è sinonimo di terrorismo e paura, noi vogliamo dire a chi vive lì: mostrate al mondo che non è così. Mostrate al mondo le bellezze dei posti e delle persone». 

 

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Il Gazzettino