Il professore che ha accoltellato la moglie davanti ai bimbi: «Ho perso la testa, ma non volevo ucciderla»

L'abitazione a Noale dove è avvenuto l'accoltellamento
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NOALE/MOGLIANO - Ha raccontato di essere stato in un momento di disperazione, di aver perso la testa. Ma di non aver mai avuto intenzione di ammazzare la moglie. «Ho perso il controllo, ma non volevo ucciderla». Si è difeso così, Rosario Magliarisi, l’insegnante 50enne arrestato venerdì scorso, dopo aver accoltellato la donna, Renata Vedovato, davanti ai figli piccoli nella loro casa di Noale. L’uomo, che dopo aver ferito la moglie, si era dato alla fuga in auto, andandosi a schiantare contro un palo, a Mogliano, ieri mattina è stato ascoltato dal giudice per le indagini preliminari di Treviso, che ha convalido il fermo e disposto la sua custodia cautelare in carcere. Assistito dagli avvocati Guido Simonetti e Simone Zancani, Magliarisi ha scelto di rispondere alle domande del giudice. Ha raccontato la sua disperazione per la decisione della moglie di separarsi.

Al termine di un violento litigio, ha ammesso di aver colpito la donna con un coltello da cucina. Momenti in cui ha sostenuto di aver perso totalmente il controllo. Ha ripetuto, però, di non aver mai avuto intenzione di ucciderla. Il gip, dopo la convalida del fermo e l’applicazione della custodia in carcere, ha dichiarato la sua incompetenza territoriale. Il principale reato contestato all’uomo - il tentato omicidio, poi c’è la resistenza per l’epilogo della fuga in auto - si è infatti consumato a Noale, nel Veneziano. A Mogliano, nel Trevigiano, c’è stato l’arresto. Gli atti sono quindi stati trasmessi in Procura a Venezia, che ora dovrà procedere. Professore in una scuola superiore di Camposampiero nel padovano, Magliarisi non aveva mai avuto alcun guaio con la giustizia. E la sua aggressione alla moglie ha lasciato sgomenti amici e conoscenti che mai avrebbero immaginato un simile gesto da un uomo come lui. Oltre alla moglie, quella sera, Magliarisi aveva ferito lievemente anche una delle sorelle di lei intervenuta per calmarlo. Scappato a bordo della sua Fiat Punto, non si era fermato all’alt dei carabinieri. Anzi, aveva accelerato, andandosi a schiantare, dopo pochi chilometri, contro un palo. In macchina aveva ancora il coltello insanguinato. 

 

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Il Gazzettino